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La grotta dell'isola trasformata in discarica, scatta il sequestro

Uno degli angoli naturali più suggestivi di Ponza trasformato in un ricettacolo di rifiuti, area sequestrata dalla Guardia di Finanza dopo un sopralluogo

E’ uno degli angoli naturali più suggestivi di Ponza ma è risultato essere anche tra i più trascurati, anzi addirittura trasformato in ricettacolo di rifiuti.
Si tratta della «Grotta dei Morti», adibita illegalmente a discarica abusiva di rifiuti speciali pericolosi e non. Così l’hanno trovata gli uomini della sezione Operativa Navale della Guardia di Finanza di Gaeta e della Tenenza di Ponza guidati dal Capitano Gabriele Cusato. La scoperta è avvenuta nell’ambito di una operazione che rientra nel capillare controllo del territorio e di contrasto specifico ai reati ambientali, avviati negli ultimi mesi. La cavità naturale risulta chiusa da anni dal Comune di Ponza per rischio frane e nel frattempo era stata trasformata illegamente in ricettacolo e discarica abusiva di imbarcazioni in legno e in vetroresina, battelli e di pneumatici.
A suo modo un piccolo rimessaggio.
Le Fiamme Gialle hanno evidenziato come la stessa «Grotta dei Morti» fosse stata trasformata, oltre che in deposito abusivo, anche in un sorta di officina meccanica per la manutenzione straordinaria delle imbarcazioni già utilizzate da giorni per lo svolgimento di mini crociere attorno alla principale isola pontina.
Le indagini amministrative successive all’individuazione della grotta hanno portato alla identificazione e denuncia a piede libero di tre persone di Ponza verso le quali si procede con le ipotesi di occupazione abusiva e gestione di rifiuti non autorizzata.
Naturalmente la grotta, paesaggisticamente tutelata, è stata posta sotto sequestro. Il passo successivo è l’ordine di bonifica a carico delle persone denunciate che hanno usato la grotta come officina, ma nelle more del processo sulle singole responsabilità penali potrebbe essere la stessa amministrazione comunale di Ponza ad essere chiamata ad effettuare la bonifica e il ripristino dello stato dei luoghi, in surroga e a spese dell’ente.
In ballo c’è infatti non solo il rischio di ulteriore inquinamento, soprattutto da olii residui delle operazioni meccaniche ma anche una potenziale contaminazione del mare. L’ingresso della grotta è stato transennato e per il momento tutto il materiale sequestrato, comprese le barche, resta sul posto in attesa di un intervento che comunque richiederà alcuni mesi per la necessaria rimozione. L’informativa è stata inviata alla Procura di Cassino.

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