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L'evento

“Il rosa è solo un colore”: a Pontinia l'incontro con Claudio Volpe

Domani, venerdì 7 luglio alle ore 19:00 la presentazione del libro presso l' Ex Dopolavoro di Via Cesare Battisti

Tre parole chiave - Omosessualità Bullismo Ragazzi - e un autore che ancora una volta attraverso la scrittura si fa portavoce di istanze e di storie, quelle stesse che quando ancora era agli esordi dichiarò essere "tutto quello che siamo e quello che vorremmo essere". A quei tempi era appena uscito "Il vuoto intorno", e Claudio Volpe allora ventunenne venne scoperto da Dacia Maraini che lo presentò al Premio Strega.
Da quel momento lo scrittore originario di Catania ma pontino a tutti gli effetti, non ha mai smesso di cedere all'irrefrenabile bisogno di scrivere, presentato allo Strega anche nel 2013 con "Stringimi prima che arrivi la notte" da Renato Minore e Cesare Milanese (romanzo che gli ha valso il secondo posto al Flaiano), e di nuovo nel 2017 con "La traiettoria dell'amore".
Altri suoi libri hanno richiamato l'attenzione della critica, da "Ricordami di essere felice" a "Raccontami l'amore" scritto nel 2014 insieme all'allora parlamentare Anna Paola Concia, a "Il diritto di morire" realizzato insieme a Dacia Maraini, sempre rimastagli vicina convinta del suo talento e della bellezza d'animo di Claudio.
Nelle librerie italiane è uscito da pochi giorni un nuovo romanzo di Volpe, pubblicato da Einaudi.
È un testo idoneo a lettori dai 13 anni in su, che ha per protagonista un giovane omosessuale vittima di bullismo e il suo percorso fatto di sforzi per riuscire ad essere felice.
Nicola ama il rosa e indossa abiti di questo colore. È sensibile, legge poesie, e prova attrazione per ragazzi come lui. Non ne sarebbe sconvolto se il mondo non lo giudicasse e additasse, e se a scuola non subisse continue offese alla sua dignità, derisioni che lo sfiniscono a tal punto da spingerlo a meditare di porre fine alla sua vita, ma forse... sarebbe solo stato un inutile spreco.
Abbiamo avvicinato Claudio Volpe, oggi avvocato praticante, per saperne di più su "Il rosa è solo un colore", e come sempre con grande disponibilità e gentilezza lo scrittore di Pontinia ha risposto alle nostre domande.
Un'altra storia tra le pagine, questa volta in un libro per ragazzi pubblicato con una celebre Casa editrice. Sei ancora convinto che la scrittura possa salvare e salvarci?


«Sì, me lo auguro veramente. Per quanto riguarda questo nuovo romanzo, voglio innanzitutto dire che non riguarda un fatto reale ma dalla cronaca sono stato ispirato, più precisamente dal caso del ragazzo dei pantaloni rosa che si è suicidato a Roma perché stanco di essere preso in giro. Aveva 15 anni, era romantico e delicato. Appresi la notizia mentre ero in casa di Anna Paola Concia e ricordo che mi colpì molto. Era novembre del 2012. In verità ho sempre osservato la realtà adolescenziale, un po' anche per lavoro visto che studio Diritto di famiglia. Il libro indaga una realtà scolastica e i rapporti tra Nicola - il protagonista - e i suoi genitori, tra lui e la sua migliore amica. Sono una voce narrante che osserva da più punti di vista. Ho poi apportato delle modifiche per rendere il racconto più leggero anche perché Einaudi ha deciso di pubblicarlo nella collana dedicata ai ragazzi. Il mondo della scuola e dell'adolescenza non mi è estraneo. Ho svolto molti progetti letterari nei licei, ho i miei cugini che rientrano in quella fascia di età. Non sono uno psicologo, ma quanto riporto nel libro non è un mondo inventato. A livello cronologico è una storia maturata diverso tempo fa, le cui pagine finali sono state scritte in concomitanza con la legge Cirannà (attraverso la quale entrano nel panorama giuridico italiano le "unioni civili" ndr) nel 2016. Non ci sono quindi riferimenti all'attualità».


Tu dici di avere reso la storia più leggera, eppure i contenuti sono di peso.
«Sì, direi che è una storia quasi sussurrata ma a tratti forti. Vi si ritrovano le dinamiche del gruppo, del bullismo con la sua duplice faccia ‘carnefici e vittime'. Dinamiche che pongono tanti interrogativi. Nicola è alla ricerca di un punto di appartenenze e per trovarlo si sottopone anche lui all'iniziazione del gruppo. Questo romanzo parla del percorso di crescita di un giovane omosessuale vittima di altri ragazzi che, sentendo minacciata la propria ‘mascolinità' e il proprio ruolo stereotipato di maschio, esorcizzano queste insicurezze scaricando la propria rabbia e frustrazione sul più debole. È una storia che parla di amore tra due ragazzi dello stesso sesso in un liceo di provincia, della tenerezza dei sentimenti, della violenza del gruppo a discapito del singolo».


Non pensi che oggi siamo di fronte a una adolescenza più fragile?
«C'è tanta fragilità. È vero anche però che molte tematiche relative all'argomento del libro oggi vengono trattate, c'è maggiore sensibilità e sono stati compiuti molti passi avanti. I ragazzi hanno sdoganato alcuni concetti prima impensabili, ma chiaramente è ancora tutto da contestualizzare».


Qual è il problema allora?
«Un tempo forse le battaglie si combattevano per i propri diritti identitari, oggi che si vive di immagine e di social ‘appartieni' a tutti ma non ‘appartieni' a nessuno. È vero anche che non si deve generalizzare. Conosco personalmente tanti ragazzi con senso critico e padronanza di sé, e tanti ragazzi che lottano per l'uguaglianza e i diritti civili dei loro coetanei».


Un libro per ragazzi è una bella responsabilità non credi?


«È una bella sfida. Ammetto la soddisfazione di essere arrivato dopo 12 anni all'Einaudi. Vorrei aggiungere che ‘Il rosa è solo un colore' è anche un libro che parla agli adulti, ai genitori, agli insegnanti che senza essere realmente pronti, spesso si trovano ad avere a che fare con ragazzi omosessuali confusi e spaventati oppure con ragazzi emancipati che reclamano la propria libertà e il proprio posto nel mondo».


Dacia Maraini ha letto questo libro?


«È stata la prima a leggerlo e le è piaciuto molto. Lei è molto seria nei suoi giudizi e anche severa nelle indicazioni che esprime sempre in modo gentile. L'11 luglio sarà con me, insieme a Monica Cirinnà e Mariano Gallo, alla presentazione alla Feltrinelli di Roma in via Appia. Prima però ho una data a Pontinia, venerdì 7 luglio alle ore 19:00 presso l' Ex Dopolavoro di Via Cesare Battisti dove dialogherò con l'assessore alla cultura Maria Rita D'Alessio alla presenza del sindaco Tombolillo. A Latina sarò il 14 luglio presso La Feltrinelli alle ore 18:00, un incontro durante il quale interverrà Damiano Coletta».
Aspettando di leggere il libro, toglici una curiosità. Non ti chiedo proprio il finale ma qualche indizio. A un certo punto della storia c'è Nicola esausto sul cornicione del terrazzo del suo palazzo pronto a lanciarsi nel vuoto e a farla finita per porre fine al suo dolore. Si salverà?
«Vi invito a leggerlo, ma come riportano le note del romanzo Nicola in quel momento non aveva ancora capito che a volte la vita ne sa più di noi. Che un tuffo nel nulla può ancora diventare ‘un salto nel cielo'».

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