La cerimonia
02.07.2024 - 13:30
Una giornata particolare quella di lunedì 1 luglio, piena zeppa di momenti toccanti, nel ricordo di un “figlio” della nostra città. Ieri sera, intorno alle 20, Vincenzo D’Amico è tornato definitivamente a casa ad un anno esatto dalla sua scomparsa.
A ricordarci questo, da lunedì 1 luglio, una targa scoperta dalle due mogli, Elena e Simona, da uno dei due figli, Matteo e dal fratello Rosario, all'interno del condominio adiacente le scale "E" del settimo lotto delle case popolari e quello "G" dell'ottavo in via Pasubio.
Insieme alla famiglia, e al sindaco di Latina, Matilde Clentano, i compagni di squadra, Giancarlo Oddi e Michelengelo Sulfaro, il figlio di Pino Wilson, James e quello di Tommaso Maestrelli, Massimo, ma soprattutto la gente di un lembo storico della città di Latina che non lo ha mai dimenticato, con in testa Giuliano Moretto.
La lunga giornata, ad un anno dalla morte del ”Golden Boy”, era iniziata di buon mattino con il viaggio da Roma a Latina della moglie Elena, del figlio Matteo e dei compagni di squadra, nella Lazio e nel Torino, Bruno Giordano ed Eraldo Pecci: prima tappa, il cimitero di Latina, con i fiori sulla tomba.
«A volte sembra che sia passato tanto tempo, altre pochissimo, ma una cosa è certa - ci ha detto Bruno Giordano, durante una pausa del viaggio lampo nel capoluogo pontino - Vincenzo è sempre vicino a noi, ci accompagna in ogni istante, soprattutto nei nostri discorsi di calcio e di vita. Ho avuto il privilegio di vivergli accanto per 50 anni per cui questa mattina (ieri, ndr) siamo venuti qui a Latina per ricordarlo. Mi manca tantissimo, manca a tutti, però appartiene alla storia biancoceleste e di ognuno di noi».
Da Bruno Giordano ad Eraldo Pecci, giocatore con il quale Vincenzo ha vissuto la stagione a Torino con la maglia granata, ma soprattutto il periodo con le nazionali giovanili. «Quando Bruno mi ha detto che oggi (ieri, ndr) era l’anniversario della sua morte e che sarebbe venuto a Latina per portargli due fiori, non c’ho pensato un attimo e sono venuto anch’io - ha tenuto a precisare Pecci - Non vedevo l’ora, è come se lo avessi visto di persona. Vincenzo è uno di quelli che mi manca tantissimo, perché da un po’ di tempo a questa parte si fanno più funerali che battesimi. La sua morte mi ha privato di un amico vero, di una persona alla quale volevo un mondo di bene». Il resto è storia di una giornata toccante nel ricordo del nostro Vincenzo D’Amico.
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