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Gastronomia

Da "Satricvm" menù dedicato alla favola di Lewis Carrol tra follia e razionalità

In occasione dei 13 anni dall'apertura lo chef Max Cotilli ha deciso di creare un menù ispirato ad "Alice nel paese delle meraviglie"

Tra le eccellenze del territorio pontino,"Satricvm" presso Borgo Le Ferriere, dall' indirizzo fine dining dello chef Max Cotilli e Sonia Tomaselli ne è un esempio. In occasione dei 13 anni dall'apertura, lo chef ha deciso di creare un menù ispirato alla celebre fiaba di Lewis Carrol, "Alice nel paese delle meraviglie", che sarà disponibile fino a Pasqua. Se per i bambini è facile vivere con leggerezza, non si può dire altrettanto per gli adulti, per questo Cotilli e il suo staff invitano i commensali ad immergersi in un mondo "altro" a partire dall'esterno della struttura, una villetta anni '60 immersa nella quiete in un giardino curato in stile orientale, da cui emergono funghi dalla dimensione umana, esattamente come nella favola, dove ogni elemento ha vita propria. Varcata la soglia d'entrata ci si sente come presi per mano dal coniglio bianco, il design moderno, leggero, i materiali naturali, l'ardesia, il ferro e il legno scaldano l'ambiente insieme ai raggi del sole che riescono ad entrare con gran facilità grazie alla presenza di grandi vetrate, inoltre, interno ed esterno non si interrompono ma diventano un tutt'uno scomparendo nel verde. Lo chef ha pensato due tipologie di menù: il piccolo da 5 portate e il grande da 8 portate. Entrambi si aprono con il "Verry merry un-birthday!", un omaggio al non compleanno, per questo bisogna spegnere la candela di burro di macchina così da poterla assaporare con il pain d'épices, si prosegue con il "Benvenuto nella tana del bianconiglio", a base di gelato di parmigiano, un alberello di farina di castagne, una cialda croccante di farina di ceci e cumino tipo pappadom indiano, un kimchi piccante di frutta e sidro di mele. Così come Alice nella sua avventura trova su un tavolino di vetro a tre gambe, una bottiglietta con la scritta "Bevimi" e un pasticcino con su scritto "Mangiami", anche lo chef fa trovare gli stessi messaggi nel piatto ai suoi commensali, ma privi di effetti indesiderati. Si passa al "Giardino dei fiori parlanti", dove Alice incontra la rosa, ed ecco che il piatto si compone di una rosa di lampuga marinata con zenzero rosa, karkadè e vermouth, con fiori di menta, fiordaliso nasturzio e assenzio selvatico. I gemelli "Pinko Panko" al palato sono un chawanmushi di capesante, guazzetto e acqua di lupini e pane panko croccante aromatizzato alla capasanta essiccata. Il "Brucaliffo" è una salsa blu di cavolo a condire una salsiccia di tonno e funghi, c'è poi la "Falsa tartaruga", un raviolo di spigola farcito della sua testa e cotto in acqua di pomodoro, condito in un brodo di pesce con fondo bruno vegetale e succo di limone. Il "Tea time del Cappellaio" arriva con tè nero affumicato lapsang sounchong, sandwich di faraona a raccontare la zolletta di zucchero della fiaba, topinambur dei fossi delle Ferriere; la "Lepre marzolina" con stracotto di lepre stile royale, muffin di lepre, castagna e foie gras. Verso il gran finale la dispotica "Regina di cuori" è rappresentata dalle reginelle all'uovo infornate e ragù di cortile, funghi e tartufo nero; il predessert dello "Stregatto" con una namelaka ai mirtilli, spugne alla curcuma e frizzy pazzy, il dessert "L'ala del drago", di after eight, menta e cioccolato fondente seguito dal "Gran finale", una partita a scacchi con diverse prelibatezze. Mangiare da "Satricvm" significa conoscere e ritrovare i veri sapori della materia prima locale, per meglio dire un meltin-pot di culture diverse e che si sono ritrovate nell'epoca della bonifica, ma non mancano aromi orientali, volti a ricordare la carriera estera dello chef.

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