Il concorso
06.02.2019 - 15:27
Sono stati 2.227.847 voti, oltre 37.200 luoghi oggetto di segnalazione, 6.412 Comuni coinvolti (l'80,6% dei Comuni italiani): tre numeri eccezionali che raccontano la forza dirompente de "I Luoghi del Cuore", il censimento promosso dal FAI – Fondo Ambiente Italiano in collaborazione con Intesa Sanpaolo, che chiude trionfalmente la nona edizione, attiva dal 30 maggio al 30 novembre 2018.
Nel 2003, in occasione della prima edizione dell'iniziativa, i voti raccolti furono 24.200; oggi, a distanza di sedici anni e con oltre il 9.100 % di voti in più, il censimento del FAI è diventato uno degli strumenti di coesione sociale più sorprendenti del nostro Paese. Un rito collettivo in grado di convogliare le speranze, l'impegno e la voglia di riscatto di tanti singoli cittadini e comunità intorno a piccole e grandi bellezze d'Italia da salvare perché in pericolo o fortemente compromesse, da proteggere perché in degrado o semplicemente da far conoscere perché poco note ai più. Quello che ne emerge è una preziosa mappatura spontanea di luoghi tanto diversi tra loro quanto amati, fatta di paesaggi e di palazzi storici, di chiese e di fiumi, di castelli e di borghi, di ville e di botteghe storiche, di giardini e di sentieri, che rende "visibile" il sentimento profondo che lega le persone ai territori dove vivono o dove hanno vissuto esperienze importanti della loro vita. Territori molto spesso pesantemente feriti o in attesa di rilancio, per i quali essere inseriti tra "I Luoghi del Cuore" rappresenta a volte l'unica possibilità di un futuro migliore.
Gli oltre due milioni e duecentomila voti pervenuti alla Fondazione nel 2018 - il 41,6% in più rispetto alla precedente edizione - sono lo specchio dell'aumento della sensibilità verso l'iniziativa da parte degli italiani, sempre più consapevoli dei meccanismi virtuosi che ne possono scaturire. Partecipare al censimento non è solo un gesto simbolico ma permette di dare piena attuazione al principio di sussidiarietà, regolato dall'articolo 118 della Costituzione Italiana. Il voto del singolo infatti, se sommato a quello di altre migliaia di persone, si tramuta in un'azione di grandissimo impatto sociale e, in alcuni casi, in concreti interventi di recupero e valorizzazione: da quando esiste "I Luoghi del Cuore" infatti il FAI, grazie alla partnership con Intesa Sanpaolo, ha promosso e sostenuto ben 92 progetti a favore di luoghi d'arte e natura in 17 regioni, cui si sommano i tanti interventi resi possibili grazie all'interessamento di Istituzioni e privati a seguito della visibilità offerta dal censimento.
Al primo posto della classifica 2018, con il record assoluto di 114.670 voti, c'è il Monte Pisano situato nel territorio dei Comuni di Calci e Vicopisano (PI), colpito il 24 settembre scorso da un disastroso incendio, probabilmente doloso, che ne ha mandato in fumo oltre 1200 ettari, di cui 200 di coltivazioni, e che per miracolo ha risparmiato la Certosa di Calci, seconda classificata al censimento 2014. Una tragedia che ha smosso gli animi di un territorio già molto sensibilizzato per "I Luoghi del Cuore": grazie al passaparola lanciato dal Comitato Insieme per Monte Pisano, in poco più di due mesi è stato raggiunto questo incredibile risultato. I primi stanziamenti - circa 2 milioni di euro - sono stati utilizzati per le operazioni di spegnimento, il mantenimento delle squadre forestali e lo smaltimento dei rifiuti bruciati, ma i danni stimati ammontano a 15 milioni di euro e saranno necessari decenni per ottenere una piena rinaturalizzazione dell'area.
Scorrendo la lunga classifica dei "luoghi del cuore" ci sono anche due località pontine. Al 122esimo posto,3.714 voti e sesto nel Lazio, la Chiesa di San Giuda a Gaeta. Percorrendo la via Angioina a Gaeta, una strada stretta e quasi ferma nel tempo, fortemente evocativa di atmosfere medievali e ottocentesche, si incontra la piccola Chiesa di S. Giuda Taddeo, che nonostante l'attuale stato di precaria conservazione, si distingue ancora per l'elaborata decorazione architettonica ispirata allo stile gotico. In posizione dominante, la chiesa spicca nel panorama complessivo della città osservata dal golfo antistante. La sua costruzione è frutto di una trasformazione, realizzata tra il 1855 e il 1856, della più antica chiesa di S. Onofrio e della canonica annessa, la cui proprietà da parte dell'Istituto gaetano di assistenza e beneficenza della SS. Annunziata è documentata fin dal 1489. La scelta dello stile neogotico è da mettersi in relazione con il restauro del vicino grande tempio di S. Francesco d'Assisi, realizzato dal Capitano del Genio militare borbonico Giacomo Guarinelli – autore del progetto della stessa chiesa - per volere del re Ferdinando II di Borbone. Il piccolo ed elegante edificio, in disuso da molti anni, è oggi a grave rischio di crolli per la fatiscenza delle strutture o di trasformazioni che potrebbero snaturarne totalmente l'identità. Si auspica quindi un accurato restauro, in grado di restituire al monumento il suo valore di testimonianza di uno stile architettonico e di un'epoca storica di grande importanza per la città di Gaeta e per tutta l'Europa.
180esimo con 2.703 Passo genovese a Foceverde sarà, patrimonio archeologico della città con il ponte del XVIII secolo.
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