09.11.2022 - 20:15
Enrico Cosenz (Gaeta, 12 gennaio 1820 – Roma, 28 settembre 1898) è stato un militare e politico italiano, ufficiale dell'esercito delle Due Sicilie; eroico difensore di Venezia, passò nelle file di Garibaldi e fu poi generale dell'Esercito Regio, capo di Stato Maggiore, deputato e infine senatore del nuovo Regno d'Italia.
Inizialmente discepolo di Mazzini, se ne staccò gradatamente a partire dai moti milanesi del 1853, convinto che nessuna insurrezione cittadina avrebbe potuto avere ragione dell'Austria senza un'adeguata struttura militare di sostegno. E cominciò a ritenere che tale struttura potesse essere solo l'esercito sardo per cui si trasferì a Torino e si avvicinò alla Società Nazionale di Giorgio Pallavicino e di Giuseppe La Farina. Nel 1859 si schierò con Garibaldi ed ebbe il comando di uno dei tre reggimenti dei Cacciatori delle Alpi distinguendosi molto nei combattimenti di Varese e di Treponti.
Entrato nell'esercito regolare con il grado di colonnello ebbe il comando della brigata Ferrara. Partito Garibaldi per la Sicilia, il Cosenz dette le dimissioni, organizzò una colonna di circa 1300 volontari e sbarcò a Palermo il 6 luglio 1860- Garibaldi lo promosse maggior generale, gli affidò il comando della 16a divisione e lo invio al soccorso del Medici, che stava fronteggiando con difficoltà i borbonici davanti a Milazzo.
Il 20 luglio avvenne la battaglia risolutiva e Cosenz si comportò ancora da soldato valoroso e da comandante avveduto ed esperto. Impegnato con la sua divisione nelle operazioni per il passaggio dello stretto di Messina nella notte tra il 21 ed il 22 agosto, accompagnò Garibaldi nell'entrata trionfale a Napoli il 9 settembre.
Nominato ministro della Guerra, si disimpegno egregiamente sia nel settore strettamente tecnico sia in quello politico, dimostrandosi sempre convinto assertore dell'immediata annessione del regno meridionale a quello sardo. Nel marzo 1862 entrò nell'esercito italiano con il grado di tenente generale. Cominciò allora uno straordinario periodo di attività professionale, ricco di successi prestigiosi e di intime soddisfazioni. Intelligente e colto, sorretto da molteplici esperienze di vita, universalmente stimato, collocato quasi al vertice dell'ordinamento gerarchico, il Cosenz dette veramente la intera misura del suo valore.
Dopo essere stato per breve tempo prefetto di Bari, ebbe, nell'agosto 1862, il comando della 20° divisione militare. In seguito gli fu conferito l'ufficio di aiutante di campo generale del re. In una corte militare come quella di Vittorio Emanuele II, la carica era prestigiosa, importante e delicata. L'aiutante di campo generale, oltre ad essere il responsabile della sicurezza del sovrano ovunque egli si trovasse, costituiva anche il tramite tra il re e le massime autorità militari per quegli affari che il re non riteneva di trattare per il tramite del ministro della Guerra. Nella persona prescelta per l'alto incarico dovevano assommarsi, quindi, cospicue doti di intelligenza, tatto, riservatezza ed energia, tutte qualità che certamente non mancavano al Cosenz. La scelta di questo distintissimo ufficiale napoletano volle anche significare come, da parte di Vittorio Emanuele II e del governo, si volesse dimostrare la "spiemontesizzazione" dell'esercito. In ogni caso la scelta fu felice e valse anche a valorizzare, nella persona del Cosenz, gli ufficiali di provenienza garibaldina. La guerra del 1866 trovò il Cosenz al comando della 6a divisione, destinata all'inutile blocco di Mantova e poi inviata da Cialdini in rinforzo alla divisione Medici che, per la Valsugana, tendeva a Trento. Dopo la guerra comandò la divisione militare di Bologna e nel 1870 1'11a divisione che faceva parte del corpo di spedizione per la liberazione di Roma.
Terminata la breve campagna, il Cosenz ebbe il comando della divisione militare di Roma fino al 1877, anno nel quale assunse il comando del corpo d'armata di Torino, incarico che ricoprì per quattro anni; nel 1881 fu chiamato alla presidenza del Comitato di Stato Maggiore. Nel 1872 il Cosenz, eletto per cinque legislature alla Camera, fu nominato senatore. Nello stesso periodo scrisse alcuni saggi, sulla guerra austro-prussiana del 1866 e su quella franco-prussiana del 1870 molto pregevoli e che offrirono la misura della sua grande preparazione professionale. L'11 novembre 1882 fu istituita la carica di capo di Stato Maggiore dell'esercito ed a ricoprirla fu chiamato il Cosenz. Rammodernare, consolidare, potenziare l'esercito, questo era il pesantissimo compito che il generale napoletano doveva affrontare, e vi riuscì in modo egregio. Il 3 novembre 1893, quando lasciò l'incarico a domanda, l'esercito disponeva finalmente di una pianificazione di mobilitazione ed operativa completa, esauriente e fattibile nonché di un corpo dottrinale - scritto di proprio pugno dal Consenz - moderno, in linea con le armi e le concezioni del tempo. Si spense a Roma il 28 settembre del 1898.
(Fonte: sito web esercito.difesa.it)
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