Ho letto su Latina Oggi l'articolo dal titolo "Inchiesta della Dda su Rida Ambiente, il nodo delle autorizzazioni".
Leggo anche che si attende da più parti che si faccia chiarezza sulle autorizzazioni in vista del rinnovo dell'Autorizzazione Integrata Ambientale previsto per il 2021. Ancora una volta due pesi e due misure. Ieri per le misure adottate dall'Autorità Giudiziaria dinanzi ad uno stesso reato, oggi per la prudente cautela con cui le istituzioni interessate richiedono e attendono le verifiche e gli approfondimenti necessari. Cautela e prudenza che non ho purtroppo registrato nel processo mediatico scatenatosi attorno a me sui rifiuti di Roma il 9 gennaio 2014! Detto questo, non c'è bisogno però di attendere fino al 2021 per vedere e capire come stanno in realtà le cose. Il punto è solo se si ha la forza e la volontà di rappresentare la verità. Senza girarci tanto attorno.
Eccola in sintesi.
L'impianto della Rida Ambiente è stato incluso nella ricognizione allegata al Piano Regionale dei Rifiuti nel 2012 degli impianti TMB operanti al 30.07.2010 pur senza averne i titoli visto che a quella data non aveva una linea di stabilizzazione.
L'impianto ha acquisito un certificato di collaudo, datato 14 febbraio 2014, per una capacità di 189.100 tonn/anno e il 20.06.2014 riceve dalla Regione una Determinazione che lo autorizza a trattare 409.200 tonn/anno, più del doppio. Che cosa è accaduto? Cosa ha indotto l'Area Rifiuti della Regione Lazio a rilasciare il nuovo provvedimento autorizzativo? Lasciamo parlare i fatti.
Il 28.04.2014, in piena fase istruttoria per il rilascio dell'Autorizzazione, viene inviata all'allora Direttore dell'Area Rifiuti della Regione Lazio e ad altri quattro funzionari a vario titolo interessati, una informazione di garanzia da parte della Procura di Roma (proc.Pen.16006/2014 – 21 rgnr Rep. Roma). Nell'avviso viene addebitato agli indagati il reato di abuso di ufficio (art.323 cp) per "aver intenzionalmente arrecato un danno alla società Rida Ambiente di Fabio Altissimi omettendo di adottare e anzi, pretestuosamente ritardando il provvedimento di modifica sostanziale, depositato in Regione il 14.01.2013".
L'avviso si conclude con una nota riferita all'Altissimi al quale il Pm ascrive il merito: "di essersi sistematicamente opposto al sistema di sostanziale monopolio imperante in Regione nella gestione dei rifiuti". L'impianto della Rida Ambiente è passato per varie autorizzazioni. La prima, risalente al 9.02.2009 (B0322), lo autorizza a trattare 86.830 ton/anno. L'anno dopo la nuova Determina C1841 del 28.07.2010 aggiorna la precedente e riconosce all'impianto un incremento fino a 116.000 ton/anno che diventeranno 173.600 ton/anno con le Determinazione B6174 del 29.07.2011. Questa autorizzazione era però subordinata necessariamente e doverosamente all'adeguamento impiantistico ai sensi del DM 29.01.2007. Il 14.01.2013 la Rida Ambiente presenta una istanza per una modifica sostanziale dell'AIA vigente chiedendo di essere autorizzata ad un aumento delle quantità dei rifiuti in ingresso all'impianto fino a 409.200 ton/anno. Si noti che quando il 14.01.2013 la Rida Ambiente presenta la nuova istanza i lavori di modifica impiantistica relativi alla precedente autorizzazione (quella del 2011) non erano stati ancora effettuati.
Soltanto il 28.02.2014 viene trasmesso alla Regione, e acquisito al protocollo n,1280029, il Certificato di collaudo redatto dall'ing. Maurizio Ciotti (tecnico della Rida) datato 14.02.2014 che attesta la conformità dell'impianto al progetto realizzato nel 2011 e ne certifica la capacità di trattamento in 189.100 ton/anno (tale capacità viene indicata come massima). Ebbene, fatte queste premesse e puntualizzazioni, il 20.06.2014, meno di due mesi dopo la ricezione dell'informazione di garanzia del 28.04.2014 da parte della Procura, il Direttore della Direzione Territorio, Urbanistica, Mobilità e Rifiuti della Regione Lazio, con Determinazione G09031 autorizza l'impianto della Rida a trattare 409.200 ton/anno a fronte delle 173.000 ton/anno che la Rida era autorizzata a trattare in vigenza della precedente autorizzazione. Quindi in sintesi la Determinazione del 20.06.2014 ha autorizzato un aumento di potenzialità dell'impianto Rida del 235% senza che fosse stata effettuata né prevista alcuna modifica della dotazione impiantistica. Nessun nuovo collaudo è intervenuto, nessuna ulteriore modifica dell'impianto.
Cosa può aver determinato il Direttore dell'Area Rifiuti a rilasciare tale autorizzazione in mancanza dei dovuti presupposti? La risposta va cercata proprio nell'informazione di garanzia inviata il 28.04.2014 ai Dirigenti dell'Area Rifiuti della Regione in fase di piena e legittima istruttoria che dopo soli 53 giorni partorisce l'autorizzazione del 20.06.2014. Vediamo di chiarire anche perché il Pm decide di inviare l'informazione di garanzia. L'informazione di garanzia, inviata in data 28.04.14, si scopre essere immediatamente ed esclusivamente conseguente ad una nota dell'avvocato difensore di Altissimi, che in quello stesso giorno depositava al Pm una nota della Regione Lazio del 23.04.14 con richieste di documenti, chiarimenti e precisazioni. Ed allora che succede? Lo stesso giorno, 28.04.14, il Pm, ricevuta la lettera del legale di Altissimi con la suddetta nota della Regione Lazio del 23.04.14, senza avere alcun risultato d'indagine sul punto e senza alcuna evidente ragione, ha immediatamente inviato l'informazione di garanzia ai funzionari dell'Area Rifiuti della Regione Lazio. In sintesi: l'informazione di garanzia del Pm parte il 28.04.2014, cinque giorni dopo la richiesta di documentazione istruttoria da parte della Regione. L'informazione di garanzia contiene un'imposizione neanche tanto implicita a rilasciare l'autorizzazione alla Rida pena il permanere di un comportamento delittuoso ai sensi dell'art 323 del c.p. L'informazione contiene inspiegabilmente l'elogio di Altissimi per "essersi opposto sistematicamente al sistema di sostanziale monopolio imperante in Regione nella gestione dei rifiuti".
Il riferimento al sistema di monopolio è tanto più psicologicamente stringente in quanto riferita al monopolista Cerroni. Che cosa genera allora tanta solerzia nei funzionari regionali? Appena 3 mesi prima, il 9 gennaio 2014, due potenti funzionari regionali, impegnati in passato nell'Area Rifiuti, erano stati arrestati con l'imputazione di associazione a delinquere per aver posto in essere "qualsiasi atto o attività necessari a consentire il mantenimento o l'ampliamento della posizione di monopolio del Cerroni Manlio e delle sua aziende nel settore dei rifiuti della Regione Lazio".
Per la precisione ricordo infine che i due Dirigenti della Regione Lazio arrestati e accusati sono stati assolti insieme a me il 5 novembre 2018 dalla I Sezione Penale del Tribunale Penale di Roma, e che la Rida Ambiente nel riscontrare la lettera del 23.04.2014 con cui la Regione Lazio richiedeva documentazione aggiuntiva, tra cui il certificato di collaudo, nella sua risposta del 20.05. 2014 allegava di nuovo il certificato di collaudo del 14.02.2014 per una capacità di 189.100 tonn/anno. Ecco perché l'impianto, lavorando un quantitativo di rifiuti superiore alle 189.100 ton/anno, non dà i risultati richiesti dalla legge.
Questa è la verità. La rappresento oggi pubblicamente perché questa successione di fatti ha costituito l'oggetto di due denunce penali, ancora in corso, che ho presentato alla Procura della Repubblica di Perugia.