Un politico di lungo corso come Massimo Passamonti analizza il messaggio passato con la recente trasmissione «Report» nella puntata dedicata a Latina e lo fa con la lente di ingrandimento di chi conosce la politica bene e la città ancora meglio, partendo da un commento del direttore, Alessandro Panigutti.
«L'analisi del direttore sulla trasmissione Report dedicata ad un capitolo brutto e triste della nostra storia recente non può che vedermi d'accordo. - scrive Passamonti - E sono convinto che in tanti hanno condiviso le riflessioni su quanto trasmesso. Vedere quelle immagini è stata dura, un colpo basso alla nostra identità di cittadini. Ma la trasmissione purtroppo ha solo raccontato episodi di cronaca alcuni dei quali già arrivati a processo. Dire che sono fatti del passato non cancella la vergogna e l'imbarazzo che tanti cittadini hanno provato nel rivedere persone e situazioni che molti conoscevano e che molti subivano. I tanti cittadini che anche per avuto negli occhi la realtà di quelle immagini hanno poi deciso di eleggere Coletta a sindaco di Latina. E' stato un segno della volontà, anzi quasi della necessità di cambiare. È stato un moto emotivo e impetuoso e certo non corrispondente al pensiero politico della maggioranza dei cittadini. Ma intanto - aggiunge Passamonti - è stata una risposta e non era scontata. E se ancora ad oggi le forze politiche che hanno avuto un ruolo di governo della città dal 1994 al 2016 non hanno trovato un candidato alternativo a Coletta significa che le macerie lasciate dalla stagione raccontata da Report sono talmente ingombranti e pesanti da essere pregiudicanti. Anche da noi la seconda e la terza repubblica essendo fatte di niente non hanno prodotto quasi niente. E le immagini di Report sono state come la lettura delle pagine del Finimondi, delle varie rappresentazioni della fine del mondo, così come raccolte da J.L.Borges. Il deserto lasciato dagli ultimi capitoli del ventennio della nuova politica doveva essere per forza riempito e Latina lo ha riempito con un ‘voto contro, non con un ‘voto pro'. Adesso forse il quotidiano ha ripreso ad essere il quotidiano, con l'illuminazione, il verde pubblico, le strade. Ma è appunto il quotidiano. Manca ancora lo straordinario. Manca ancora la percezione di una visione per la città, per il suo ruolo nel territorio del nord pontino, l'area urbana più importante dopo Roma nel Lazio è una delle più importanti di tutto il centro sud. Manca ancora la definizione di un progetto per il futuro della città fondato su strutture, infrastrutture e funzioni capaci di far tornare latina protagonista del suo presente e del suo domani. Queste sono le sfide da lanciare e da vincere per Latina e per farlo serve un impegno a tempo pieno e senza più nessuna divagazione di pensieri rivolti ad altre cariche. Per i prossimi anni ci deve essere il Comune e basta. E l'esempio del primo cittadino deve essere lo sprone per tutti, nel pubblico e nel privato. E allora perché non dare uno stimolo in più alla volontà di fare qualcosa per la città. Perché non ideare un premio che riconosca impegno, dedizione e professionalità che tanti cittadini mettono in campo ogni giorno in silenzio e senza clamori, senza girotondi e senza ritornelli? Un premio diverso dalle cittadinanze onorarie, che continuerà ad essere giusto riconoscere ma che sia invece un appuntamento fisso, un segno che la città è attenta e riconosce i comportamenti capaci di essere esempio di solidarietà, dedizione, capacità e professionalità. Un premio che restituisca l'orgoglio di essere cittadini e l'orgoglio di essere cittadini di latina. Un premio che sia un appuntamento stabile da consegnare per esempio il 18 dicembre aggiungendo quindi un valore nuovo e diverso a quella data. Un premio che potrebbe chiamarsi ed essere una Torre d'Argento.. e se già ci fosse non sarebbe un problema. Un premio che potrebbe iniziare proprio con il prossimo Natale di Latina assegnandolo a tutto il reparto anti Covid del Santa Maria Goretti».