Il 15 gennaio è la data indicata dal Governo per la riapertura di palestre, piscine e centri benessere, chiusi dallo scorso novembre. Così come di teatri, cinema e musei. Ma al momento uno slittamento è molto probabile, tutto dipenderà dall'andamento dei contagi. La decisione finale del Governo verrà presa a ridosso della scadenza del decreto, sulla base dei dati epidemiologici che arriveranno dopo l'Epifania.
Nei prossimi giorni verranno discussi alcuni punti cruciali per queste attività: l'esecutivo frena su quelle che sono indicate come possibili catalizzatori del contagio da Coronavirus per le loro caratteristiche. Il Dpcm vale fino al 15 gennaio, ma il dibattito sulle riaperture si è già acceso. Il Cts ha chiesto un tavolo al ministro dello Sport per «accelerare i tempi e consentire alle persone e soprattutto ai giovani di riprendere l'attività fisica al più presto». Tuttavia potrebbe non essere così semplice alla luce dell'evoluzione della pandemia. Sebbene la discussione sia già stata avviata, le decisioni finali verranno prese a ridosso della scadenza del Dpcm, alla luce dell'aggiornamento dei dati. Difficile fare previsioni con un anticipo di oltre 2 settimane ma è chiaro che le associazioni di categoria vanno già all'attaco e premono per la riapertura. Vogliono portare sul tavolo della discussione le nuove linee guida che stanno mettendo a punto per ridurre ulteriormente la possibilità di contagio da Coronavirus.
Le palestre vogliono riaprire contingentando ulteriormente gli ingressi e ripristinando la regola che vieta l'ingresso negli spogliatoi. Nei prossimi giorni dovrebbe essere ultimato un protocollo standard per la riapertura che prevede esclusivamente lezioni singole e non più di gruppo e, con lo stesso principio, nelle piscine si valuta l'ipotesi di ospitare solo una persona per corsia. Ovviamente, il ministro Spadafora e il suo staff prenderanno la decisione definitiva solo con in mano i dati aggiornati.
L'ipotesi di una riapertura per quelle discipline che consentono l'individualità nell'allenamento è concreta. Più difficile per i luoghi dove invece è prevista la presenza di un numero maggiore di persone.
Ancora più complesso il discorso per i luoghi dell'arte e della cultura. Per i teatri, i cinema e le sale da concerto il nervo scoperto è rappresentato dalle code all'ingresso e non dalla presenza all'interno. Per i musei si pensa al contingentamento degli ingressi per evitare assembramento all'interno e all'esterno delle sale.
Non potranno riaprire a breve le discoteche e le sale da ballo, che per loro natura prevedono assembramenti, che agevolano la circolazione del coronavirus.
Ancora in dubbio anche la ripartenza a regime dei bar e dei ristoranti.