Dopo una lunga sfilza di recriminazioni e contenziosi giudiziari che vanno avanti da almeno tre anni tra Atral, il gestore del trasporto pubblico locale a Latina fino al giugno 2018 e Comune, l'ente di piazza del Popolo incassa un pronunciamento negativo del tribunale civile su uno dei filoni più insidiosi e sarà costretto a pagare 586mila euro oltre a 21 mila euro di spese di giustizia, in tutto quasi 600mila euro. La vicenda contestata affonda le radici nel burrascoso rapporto dell'amministrazione con il gestore in proroga per più di sette anni all'indomani della sua uscita di scena per fare posto alla nuova aggiudicataria del servizio, la Csc, che è stato costellato di contestazioni giudiziarie (oltre sette contenziosi) tra cui richieste di pagamenti di fatture. Era stata Atral a trascinare il Comune in questa causa, contestandogli alcune inadempienze economiche nel rispetto del contratto, in particolare il mancato pagamento di somme dovute a titolo di conguaglio per il tpl relativo all'anno 2016. L'amministrazione aveva contestato che si trattava di una annualità non coperta dal contratto del 2005, ma da successive proroghe che il credito contestato da Atral proveniva da negozi giuridici affetti da invalidità. Inoltre l'ente contestava l'errata applicazione dell'aggio. Nelle sue considerazioni, però, il tribunale stabilisce per prima cosa che la pretesa di Atral è basata su un titolo valido perché gli importi contestati "sono stati iscritti formalmente nei relativi contratti di proroga dell'anno 2016 e segnatamente e nel contratto del 2005 è esplicitamente indicata e prevista la facoltà di proroga per il Comune. Inoltre Atral aveva provveduto a inoltrare al Comune la rendicontazione del servizio di trasporto per l'anno 2016 con nota del 28 febbraio 2017 "rendicontazione – scrivono i giudici – mai contestata dal Comune prima dell'instaurazione del rpesente giudizio, non avendo la parte depositato alcune documento con il quale si contestavano gli importi richiesti". Ne consegue che quando il Comune di Latina, poi nel maggio 2017 riconosce il credito di Atral relativo al conguaglio 2016 ma per un importo di 3.932.272,86 inferiore a quello chiesto dall'ex gestore del tpl, va in contraddizione con la determina che lei stessa aveva prodotto non contestando il regolare espletamento del servizio, né il numero dei titoli di viaggio venduti ai fini del calcolo dell'aggio comunale". Anche nella parte contestata dal Comune sull'aggio il tribunale dà ragione ad Atral stabilendo "che sia l'importo chilometrico regionale che l'importo annuale del contributo oltre all'Iva dovevano essere adeguati sulla base degli indici Istat" e definendo le deduzioni dell'ente "non del tutto chiare e non condivisibile sulla base dell'accoro tra le parti". Alla luce di queste considerazioni il Comune viene considerato inadempiente e costretto a pagare 586mila euro oltre le spese processuali, l'ennesimo dazio di una querelle di cui questa è stata solo una delle tante puntate.