In una frase, «salvaguardia del modello balneare italiano», è racchiusa la proposta che la Cna provinciale sta per avanzare a sostegno degli iscritti, circa 300 lungo tutto il litorale, e che sarà parte integrante delle modifiche che gli operatori chiedono dopo la recente sentenza del Consiglio di Stato.
Un paio di mesi fa quel verdetto ha chiarito in via definitiva quali sono i termini di applicazione della direttiva Bolkestein e fissato alla fine del 2023 la scadenza, non più prorogabile, delle attuali concessioni. Un minuto dopo le associazioni di categoria e molti Comuni costieri hanno cominciato a valutare le contromisure, ora espresse in un documento proprio dalla Cna.
«Ci avviamo agli stati generali delle imprese di settore di questa provincia - dice il direttore della Cna, Antonello Testa - ed è un appuntamento atteso da tutta la categoria poiché rimane di massima urgenza che Governo e Parlamento approvino una riforma del Demanio individuando il giusto equilibrio tra i principi della concorrenza e la doverosa tutela degli investimenti e degli interessi dei concessionari attuali. In ballo ci sono migliaia di aziende che rappresentano numeri importanti in termini economici e di occupazione ma anche un sistema di accoglienza e gestione delle spiagge che, a partire dalla nostra provincia, caratterizza positivamente il nostro Paese».
Il punto più controverso riguarda l'aspetto procedurale delle limitazioni introdotte, ossia il fatto che sia stata una sentenza a dire cosa fare, anziché una legge. Va detto però che la direttiva Bolkestein, volta a liberalizzare l'accesso agli spazi demaniali in base alla migliore offerta, è del 2006 e non è stata mai applicata.
«Il valore delle nostre imprese - aggiunge Testa - non può essere qualificato da una sentenza del Consiglio di Stato. Ecco perché è necessario aprire un confronto serio con Governo e Parlamento e puntare ad una riforma che non cancelli tutto ciò che molti imprenditori hanno fatto per migliorare l'ospitalità turistica e tante volte l'assetto ambientale. La Cna è da tempo impegnata a tutela del settore nella convinzione che il valore dell'imprese balneari deve essere uno dei pilastri della riforma del demanio poiché se da una parte la sentenza del consiglio di stato è un limite al dibattitto giuridico normativo sulla tempistica di applicazione della direttiva Bolkestein dall'altra vanno tutelati, investimenti, imprese, famiglie ed esperienze economiche che nel nostro Paese rappresentano un unicum a livello internazionale».
«In un momento storico così critico per l'intera categoria dei balneari, la nostra attività sindacale sul territorio, non si ferma. - dice il portavoce di Cna Balneari Latina, Gianfilippo Di Russo - Per questo abbiamo deciso di riunirci in assemblea con i vertici nazionali, per analizzare le strategie legali e tecniche, ai fini della salvaguardia dei diritti della nostra categoria. E' iniziata ormai da settimane l'interlocuzione con la politica a tutti i livelli. Ci aspettiamo quindi un intervento imminente del legislatore, che tenga conto delle nostre istanze, e che preveda la partecipazione della categoria in fase di stesura del testo di legge».