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«A gonfie vele» salvo grazie al Pnrr, ora si corre ai ripari

Il Tar rigetta l'inibizione del contratto, comunque rinviato ieri dall'Ater. Il ricorso del privato si decide il 6 marzo

«A gonfie vele» salvo grazie al Pnrr, ora si corre ai ripari

Le regole di attuazione del Pnrr salvano, per ora, il progetto «A gonfie vele». Il Tar ha infatti rigettato, con decreto pubblicato ieri pomeriggio, l'istanza di inibizione della società Nuova Residence per bloccare la stipula del contratto tra il Comune e la società aggiudicataria dell'appalto per l'intervento di rigenerazione urbana. Il presidente Davide Soricelli ha ritenuto che «non sussista l'estrema gravità e urgenza tale da non consentire la dilazione alla camera di consiglio, tenuto conto che risulta dagli atti del processo che viene in rilievo un programma finanziato con risorse derivanti dal Pnrr e che quindi trovano applicazione le speciali regole processuali previste». Dunque il caso verrà risolto direttamente nella camera di consiglio del 6 marzo prossimo quando i giudici amministrativi dovranno valutare la legittimità di tutti gli atti che compongono il lungo e articolato iter del progetto «A gonfie vele», promosso dal Comune e di cui è soggetto attuatore l'Ater. L'intervento prevede la riqualificazione urbana dell'area su cui sorge l'ex Icos, ormai un rudere che contamina la qualità dell'abitare di tutto il comprensorio.

La società Nuova Residence, rappresentata dall'avvocato Fabio Raponi, aveva chiesto che fosse inibita la stipula del contratto di affidamento dei lavori alla società aggiudicataria; la firma era prevista per questa mattina all'interno di una conferenza stampa convocata da Ater e Comune, ma, secondo l'istanza inibitoria, in violazione degli interessi della Nuova Residence, che in quella zona vorrebbe realizzare un insediamento di edilizia privata. Diciamo che l'obiettivo di Nuova Residence è stato comunque raggiunto, poiché già nel primo pomeriggio di ieri l'ufficio stampa dell'Ater aveva disdetto la conferenza stampa e relativa stipula del contratto in considerazione dell'istanza della società di costruzioni. Tutto ciò non elimina il bubbone che è alla base del ricorso della Nuova Residence, la quale sostiene di avere diritto a costruire in quell'area e a farlo senza interferenze del progetto «A gonfie vele».

L'istanza per ottenere il permesso edilizio era stata presentata nel 2017 ma solo a luglio 2023 il Comune di Latina ha risposto con rigetto; provvedimento di diniego impugnato al Tar e lì annullato perché illegittimo in quanto la valutazione della richiesta di permesso a costruire doveva farsi all'interno di una conferenza di servizi. Questa sentenza del dicembre 2023 non è stata mai attuata dal Comune, che soltanto ieri dopo che è scoppiato il bubbone sulla stipula del contratto di rigenerazione urbana, ha indetto, appunto, la conferenza di servizi stabilita nella sentenza di dicembre. A darne comunicazione ieri pomeriggio è stato il dirigente del settore urbanistica, Paolo Cestra, in una nota inviata all'avvocato della Nuova Residence, all'Ater, e alla Regione, quest'ultima ente deputato a valutare il permesso edilizio. Parte così una sorta di corsa contro il tempo per salvare il progetto di riqualificazione della zona ex Icos. Se la conferenza di servizi si terrà entro il 6 marzo e se si concluderà con diniego, l'amministrazione comunale potrebbe evitare ulteriori grane. L'alternativa è cercare una modifica al progetto del costruttore privato capace di eliminare l'interferenza tra i due insediamenti. Sullo sfondo il vero rischio: giocarsi il più importante progetto del Pnrr a Latina.

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