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L'intervento

Il Consorzio Agro Pontino: "Un tavolo permanente per l’agricoltura"

Il presidente Maurizio Manfrin: «Necessario per affrontare tutti i nodi»

Il Consorzio Agro Pontino: "Un tavolo permanente per l’agricoltura"

«È il momento del dolore e del silenzio, ma anche della riflessione». Queste le parole del Presidente del Consorzio agroalimentare Agro Pontino, Maurizio Manfrin in contemporanea alla manifestazione contro lo sfruttamento e il caporalato sull’onda della tragedia che ha colpito la comunità per la morte del bracciante Satnam Singh. «L’agricoltura – dice Manfrin – ha molti problemi, proprio a cominciare dalla manodopera e dalla sua tutela, ma quanto avvenuto rimane una tragedia straziante alla quale non si può porre rimedio, perché rientra nell’etica comportamentale di ognuno di noi. Però da qui possiamo e dobbiamo partire, perché il sacrificio di Navi, non rimanga un episodio di cronaca».

Su come l’attenzione sia particolarmente su alcuni temi, lo spiega il vicepresidente del Consorzio, Salvatore Liotti: «Il Consorzio Agroalimentare Pontino a breve approverà il proprio codice etico al quale tutte le aziende aderenti saranno chiamate ad aderire, perché ciò che vogliamo raggiungere non è solo l’eccellenza produttiva, ma anche nei processi operativi e nel coinvolgimento delle persone che la animano».

«Il Consorzio agroalimentare Agro Pontino – commenta il vicepresidente Daniele Nocera – ha raggiunto numeri dimensionali importanti e sta lavorando in maniera intensa per elevare gli standard non solo qualitativi della filiera, ma anche la filosofia gestionale delle singole cooperative, secondo linee che privilegino e mettano al centro le persone. È un lavoro e un impegno che il Consorzio ha fatto proprio nei confronti di tutta la nostra area d’appartenenza».

Conclude il presidente Manfrin: «L’ultimo dramma, purché nella sfera comportamentale individuale, riapre questioni che noi, come Consorzio, abbiamo sollevato da tempo e tuttora senza risposte, salvo essere riportate al centro dell’attenzione generale ciclicamente; fra questi quelle delle condizioni dei lavoratori, ma anche delle modalità con le quali la burocrazia del nostro Paese, spesso poco chiara, rende poco percorribili le strade della normalizzazione. Ritengo, non più procrastinabile, l’apertura di un tavolo permanente sull’agricoltura, coordinato da enti o dalle organizzazioni di categoria, che porti al centro dell’attenzione e affronti, proponendo soluzioni condivise capaci di portare alla risoluzione delle questioni più spinose. Il territorio deve essere protagonista delle scelte e linee strategiche della politica, e lo può fare solo se riesce ad esprimere una voce univoca. Da qui, la necessità che associazioni datoriali e di categoria, ma anche istituzioni, siano protagoniste attive di un processo che abbia metodo e tempi d’azione molto trasparenti».

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