Le tappe
17.08.2024 - 16:00
Archiviato il debito fuori bilancio da oltre 600mila euro per la progettazione della strada denominata Mare-Monti, qualcosa ancora resta nella telenovela del contratto con l’architetto Edis Mazzucco. Come si sa il debito è stato liquidato, nel senso che il Consiglio comunale ultimo lo ha riconosciuto come tale, dopo una sentenza e perché il procedimento aveva un certo rischio di soccombenza (pari al 51%). Ma dietro la cifra (certamente meno elevate di altri debiti) c’è una storia che da sola dice molto su opere pubbliche e contratti tra i privati e la pubblica amministrazione.
Va detto che il rapporto che legava l’amministrazione comunale all’architetto è nato come inscindibile, nel senso che a Mazzucco veniva riconosciuta una parcella a prescindere dal destino delle opere progettate. E infatti il debito fuori bilancio non solo riguarda un’opera mai nata ma sulla stessa è stato il Comune a rinunciare, in epoca ormai anche molto distante.
Ad ogni modo l’architetto Mazzucco aveva ottenuto un decreto ingiuntivo per 2,3 milioni di euro, l’equivalente di quanto gli spettava per legge in relazione ai progetti che gli furono commissionati, cinque in totale di cui il più importante era, appunto, la cosiddetta strada Mare-Monti. Nello specifico il 29 luglio 1987 il Comune di Latina e la società Condotte Acque spa (la stessa delle Terme mai realizzate) stipularono una convenzione con Mazzucco, avente per oggetto un «incarico professionale di rielaborazione e perfezionamento pratiche di progetto per opere pubbliche soggette a finanziamenti della Comunità Economica Europea e della legge n.64/85».
Il compenso riconosciuto al progettista era stabilito in una percentuale pari a 1,25% per cinque diverse schede, ossia «tangenziale nord, tronchi A, B e C; tratto B della strada mare-monti e primo stralcio delle opere di urbanizzazione del quartiere di Latina Scalo». Tutte furono finanziate nell’ambito dei piani Pim-Fers-Feag dell’Unione Europea tramite la Regione Lazio. L’ammontare complessivo dell’investimento era pari a 1,2 miliardi di euro circa (attualizzati in euro, il finanziamento era in lire) e quindi, sulla base della convenzione, Mazzucco aveva ottenuto in un primo momento il riconoscimento di 2,6 milioni di euro, con decreto ingiuntivo cui il Comune di Latina si è opposto. Il giorno in cui il debito è stato riconosciuto dall’aula si è avuto un lungo dibattito sull’opportunità (o meno) di tentare l’ultimo grado di giudizio, in Cassazione. L’opzione fu valutata in extremis, a giugno scorso, pur essendo la sentenza di secondo grado di molto precedente, quindi le contestazioni dell’opposizione hanno riguardato anche la tempistica nella decisione di proseguire o meno il giudizio sulla base, comunque, della valutazione dell’Avvocatura comunale. Peraltro nelle more di quella decisione, sempre Mazzucco, per il tramite dei suoi legali, aveva presentato un accesso agli atti chiedendo di verificare quali e quanti progetti fossero stati affidati ad altri tecnici anziché a lui, con conseguente perdita di consulenze professionali che, invece, sarebbero potute scaturire dalla convenzione stipulata nel 1987.
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