Il punto
06.09.2024 - 08:30
Alla fine l’accordo è arrivato e pare accontentare tutti: il Governo, l’Unione europea e gli operatori balneari. Le concessioni demaniali andranno messe a gara pubblica entro il 2027, ma i Comuni possono avviare le gare anche subito. Previsti anche gli indennizzi chiesti dagli operatori.
Le concessioni balneari andranno a gara entro giugno 2027, quelle attualmente in corso invece saranno valide fino al settembre dello stesso anno. I concessionari che eventualmente subentreranno dopo le gare dovranno versare un indennizzo economico ai precedenti titolari. In sintesi sono queste le maggiori novità previste dal Governo Meloni nel decreto Infrazioni varato nei giorni scorsi. In questo modo Palazzo Chigi recepisce la direttiva Bolkestein e mette un freno importante alla procedura di infrazione avviata dall’Unione europea contro l’Italia. Proprio da Bruxelles una portavoce della commissione europea approva la mossa del Governo italiano: «Abbiamo raggiunto un’intesa comune con l’Italia sulle concessioni balneari. L’adozione del decreto legge è un passo importante nella giusta direzione e speriamo di chiudere la procedura d’infrazione ma lo faremo soltanto quando la legislazione italiana sarà pienamente in linea con il diritto Ue». In sostanza, «il governo italiano ha preso una decisione importante e dovrà adesso tramutarla in realtà». Il portavoce capo della Commissione europea, Eric Mamer ha detto che «la Commissione non vede l’ora di poter considerare questo problema come definitivamente risolto».
Cosa cambia, dunque? Innanzitutto i comuni non dovranno più fare una corsa contro il tempo al 31 dicembre prossimo. Le attuali concessioni sono valide fino al settembre del 2027, data entro la quale però le concessioni andranno messe a gara seguendo le indicazioni avanzate dal Governo italiano. Il decreto stabilisce che la durata delle nuove concessioni andrà da un minimo di 5 a un massimo di 20 anni e include tra i criteri di valutazione delle offerte l’essere stato titolare, nei cinque anni precedenti, “di una concessione balneare quale prevalente fonte di reddito per sé e per il proprio nucleo familiare”. In qualche modo qualcosa di simile alla prelazione chiesta a gran voce dagli attuali concessionari.
I comuni che hanno già avviato le procedure, par di capire, potranno portarle a termine, magari inserendo nel capitolato delle gare le indicazioni del decreto varato dal Governo Meloni.
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