Il caso
12.11.2025 - 11:30
È tornato al centro della Commissione ambiente il tema dell’isola ecologica di Latina Scalo, una struttura ristrutturata nel 2022 ma ancora chiusa a causa della mancata attivazione degli allacci alle utenze e delle autorizzazioni ambientali. Nel corso della seduta, l’assessore Franco Addonizio insieme ai tecnici ha fatto il punto sui lavori e sulle procedure ancora in corso, sottolineando le difficoltà ereditate e i passi avanti compiuti dall’amministrazione.
«Abbiamo trovato una vera e propria cattedrale nel deserto – ha spiegato Addonizio –. L’impianto elettrico è stato predisposto, stiamo richiedendo le autorizzazioni allo scarico delle acque di prima pioggia e le concessioni ai fini idraulici, in attesa di alcuni provvedimenti della Provincia. Abbiamo completato l’accatastamento e installato il sistema di videosorveglianza. È stata inoltre avviata la regolarizzazione del pozzo esistente, mai realmente funzionante: la Provincia ci ha chiesto analisi sulle acque, che richiederanno circa quindici giorni».
Critico l’intervento del consigliere Mauro Anzalone, che ha ricordato come già nel bilancio dell’anno scorso fosse stata trovata grazie a Forza Italia una variazione da 120 mila euro per eseguire gli scavi necessari. «Nessuno era al corrente delle enormi mancanze – ha detto –. Pensavamo di poter inaugurare l’isola ecologica e invece mancava tutto: pozzo, scarichi, allacci. In tanti anni di politica, una cosa simile non mi era mai capitata. Non do la colpa agli uffici, ma c’è stata una carenza a livello politico. È vergognoso che un’isola ecologica di quella portata, che eviterebbe l’abbandono di ingombranti per strada, resti ancora chiusa».
A fare chiarezza sulle cause dei ritardi è stato l’architetto Passariello, che ha ripercorso la storia tecnica dell’impianto. «L’isola ecologica fu realizzata nel 1995 e già allora non era dotata né di acqua né di corrente elettrica – ha spiegato –. Nei pochi anni in cui ha funzionato, prima dell’abbandono e dei vandalismi, l’apertura e la chiusura erano gestite manualmente dal custode. Quando siamo intervenuti come RUP, Latina Ambiente assicurò che esistevano gli allacci, ma all’avvio dei lavori la ditta non trovò né acqua né energia. Si è fatto il possibile: oggi la corrente è stata riattivata e sono in corso le autorizzazioni per riaprirla». Durante il confronto, il consigliere Bellini ha confermato che problemi analoghi erano stati riscontrati anche presso l’isola ecologica della Chiesuola.
«Abbiamo trovato le stesse difficoltà – ha ricordato –. È importante capire quali saranno i tempi per completare finalmente le autorizzazioni». Il funzionario presente ha precisato che i tempi dipendono dalla Provincia, ma che il Comune ha già ricevuto il parere del Consorzio e individuato la ditta per gli interventi restanti. «Se tutto procede regolarmente – ha concluso – ci vorranno circa due mesi per ultimare le procedure». Incredibile che dopo oltre tre anni dalla ristrutturazione, la sua riapertura resta ancora bloccata da cavilli burocratici e autorizzazioni in attesa, un simbolo – come ha detto l’assessore Addonizio – di una “cattedrale nel deserto” che la città spera presto di vedere finalmente operativa
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