Cerca

L'intervento

Sanità e liste d'attesa: "Tempi ridotti e agende triplicate"

Prestazioni entro i tempi: nel 2025 raggiunto il 97,1%. La Regione Lazio: «garantiamo sempre un appuntamento»

Sanità e liste d'attesa: "Tempi ridotti e agende triplicate"

La Regione Lazio risponde con una lunga nota alle ricostruzioni apparse su un quotidiano nazionale riguardo le liste d’attesa della specialistica ambulatoriale. L’amministrazione Rocca rivendica il lavoro svolto negli ultimi due anni e fornisce una serie di dati che, secondo la Regione, dimostrano un miglioramento sostanziale nella gestione delle prenotazioni e nei tempi di erogazione delle prestazioni.


Il primo elemento messo in evidenza riguarda l’ampliamento delle agende disponibili sul Recup, che dal gennaio 2024 è l’unico sistema per prenotare visite ed esami. Nel marzo 2023, soltanto il 10,30% delle strutture private accreditate metteva a disposizione le proprie agende digitali. Oggi – sottolinea la nota – la disponibilità è cresciuta a tal punto da permettere un aumento significativo dell’offerta sanitaria e una riduzione concreta delle liste d’attesa.
Anche i numeri delle prestazioni erogate mostrano un’accelerazione: da 2,6 milioni nel 2022 si è passati a 3,7 milioni nel 2024, fino ai 5,2 milioni registrati nei primi dieci mesi del 2025. Una crescita che, secondo la Regione, porterà a superare i 6 milioni entro fine anno.


Ma il dato che l’amministrazione Rocca indica come “più significativo” riguarda il rispetto dei tempi di legge. Nel 2023 solo il 78,9% delle prestazioni monitorate rientrava nei limiti fissati dal Piano nazionale liste d’attesa, con una media di 42 giorni. Nel 2024 la percentuale è salita all’85,3% e, nei primi dieci mesi del 2025, ha raggiunto il 97,1% con un tempo medio di appena 9 giorni.
Per comprendere meglio le dinamiche dell’offerta e le scelte dei cittadini, il Lazio ha attivato anche un sistema di monitoraggio dei rifiuti della “prima disponibilità”: oltre il 50% dei rifiuti riguarda preferenze personali sulla struttura o sulla data, mentre solo il 37% è dovuto alla distanza.
Sul fronte della trasparenza, la Regione rivendica un primato: dalla fine del 2024 il Lazio – insieme alla Basilicata – è l’unica Regione a trasmettere al Ministero della Salute i dati “in chiaro”, in tempo reale e senza rielaborazioni. Tutte le altre Regioni inviano invece dati mensili e non direttamente estratti dai propri sistemi.
La nota entra anche nel merito di una differenza strutturale: il Lazio non utilizza la cosiddetta “pre-lista”, il sistema secondo cui il cittadino non riceve una prenotazione se non ci sono disponibilità nei tempi garantiti, ma viene solo inserito in un elenco per essere richiamato. Nel Lazio, invece, viene sempre fissato un appuntamento, anche fuori dai limiti, con la possibilità di attivare un “PASS di garanzia” che obbliga la Asl a proporre una seconda prenotazione nei tempi previsti.
Un modello che, secondo la Regione, tutela maggiormente il diritto alla salute.«Dispiace – conclude la nota – che informazioni non verificate possano minare la fiducia dei cittadini nel Servizio sanitario regionale e vanificare il lavoro dei 50mila operatori che ogni giorno combattono il problema delle liste d’attesa. Questa non è la leale collaborazione che auspichiamo».

Edizione digitale

Sfoglia il giornale

Acquista l'edizione