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Microcredito, Caritas disegna la nuova mappa di chi ha bisogno di aiuto

Padri soli, statali, insegnanti: erogati 57 mila euro. Le richieste per pagare bollette e affitto

Microcredito, Caritas disegna la nuova mappa di chi ha bisogno di aiuto

La conferenza stampa di presentazione dei dati Caritas

Padri soli, indigenti che devono fronteggiare malattie improvvise ma anche famiglie di medio reddito, molti insegnanti, statali e in alcuni casi addirittura impiegati bancari. E il 10% sono stranieri che, a sfrondare qualsiasi tentazione strumentale, restituiscono i prestiti più degli italiani. E' variegata la fotografia di chi ha avuto accesso al progetto Microcredito un fondo che ha dato una boccata d'ossigeno a tante famiglie in difficoltà attraverso la sinergia della Caritas della Diocesi di Latina e della Banca di Credito Cooperativo - Cassa Rurale ed Artigiana dell'Agro Pontino. Ieri i dati del triennio sono stati illustrati dal presidente della BCC-Cassa Rurale e Artigiana dell'Agro Pontino Maurizio Manfrin, dal direttore della Caritas Don Angelo Buonaiuto e da Pietro Gava coordinatore del progetto Microcredito e dall'assessore alle politiche di Welfare Patrizia Ciccarelli. Con alcune sorprese a partire da una platea di richiedenti non più identificabile con il povero in senso stretto ma con larghe fasce di popolazione escluse dal sistema bancario per mancanza di garanzie e che spesso per far fronte a spese sanitarie e di affitto, rischiano di finire in circuiti poco legali. "Fino ad oggi sono stati erogati 57mila euro con 42 pratiche su 243 – ha spiegato Bonaiuto – il microcredito è come un vaccino, non è una pura forma assistenziale ma un contributo che sensibilizza chi lo riceve, entra in circolo per responsabilizzare le famiglie. La relazione che instauriamo è fondamentale". Gava e Manfrin hanno sottolineato come il rischio di incorrere in "furbetti" (ma il fondo copre anche questi casi) ci siano ma è un fenomeno limitato: su 60mila euro diecimila non sono stati restituiti corrispondenti a dieci pratiche. "Tra gli stranieri solo 1 su 5 non restituisce" – dice Gava che sottolinea come quella che è iniziata come una scommessa sia ora una forma di welfare importante per prevenire forme di disagio economico. Tra le motivazioni legate alle richieste il 60% è per caparra per affitti o mensilità arretrate, il 30% per bollette utenze e assicurazioni auto, il 25% per contributi e tasse, il 20% per spese scolastiche, il 19% per spese sanitarie e il 5% per spese legate all'avvio di imprese.

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