Lui costretto all'immobilità, lei donna e madre. Chiedono alle istituzioni una vita dignitosa. E di realizzare il sogno di una spiaggia per disabili

Portano avanti la loro battaglia pubblica da anni, nonostante gli ostacoli del vivere quotidiano. Mentre affrontano le barriere - architettoniche e culturali - cui li costringe la malattia, continuano a bussare alla porta delle istituzioni: per chiedere un Paese e una città a misura di tutti. Soprattutto dei più deboli. Dei malati. A Sabaudia, per la promessa fatta dal Comune di avere una spiaggia accessibile, sono finiti in tribunale, sostenuti dall'associazione Luca Coscioni. Ora che sono a Terracina vorrebbero spostare il loro sogno qui. Come scrive Silvia, in una lettera di cui parleremo a breve «io e mio marito siamo dei gran rompiscaltole».

Silvia Cerqua, 41 anni, una laurea in sociologia e due bambine, e Fabrizio Ghiro, 45enne, malato di Sclerosi Multipla e costretto su una sedia a rotelle da anni, non sono degli sconosciuti. Si sono fatti sentire per la loro associazione, Beatrice, che ha un progetto di spiaggia per disabili. A Sabaudia, proteste, interviste, duri scontri con il Comune non hanno portato lontano. Nei giorni scorsi, su consiglio di Valentina Berti, consigliere del Pd, e Paolo Zappone hanno scritto una lunga e disincantata lettera al vicepresidente della Camera Roberto Giachetti. Per raccontare la loro situazione. "Chi siamo noi per essere ascoltati?" Si è chiesta Silvia. E invece questa donna forte che ormai da 14 anni fa la «Care giver famigliare», si occupa dei figli, del marito e, scrive, «cammino per due, faccio due docce, firmo sempre due volte, espongo i pensieri anche di un altro e quando mi trovo alle urne ho il privilegio di esprimere due voti», è riuscita ad attirare l'attenzione. Cosa chiede? Chiede diritti. «Non avrebbe senso lavorare per pagare qualcuno che lo accudisca [il marito. ndr]», spiega. lo Stato potrebbe riconoscere il suo come un vero lavoro. Accade nel resto d'Europa. Richieste legittime, al punto che Silvia e Fabrizio sono stati ricevuti nei giorni scorsi a Roma. Ad accoglierli, il vicepresidente Giachetti e il sottosegretario alla Salute Davide Faraone. Fabrizio, che si definisce tenace come un «vecchio sindacalista siciliano degli anni '50» ha potuto chiedere informazioni su una cura sperimentale. Sa che in Italia è difficile ma il governo italiano potrebbe aprire una breccia. Silvia, domanda di tenere conto di lei e di tantissime altre persone che, in famiglie dove sono presenti disabili da accudire, si annullano, non possono lavorare e dunque percepire un salario.

E poi c'è il loro sogno nel cassetto. Una grande spiaggia dedicata a persone con disabilità. Idea che è piaciuta al sottosegretario. E che potrebbe piacere anche al sindaco Nicola Procaccini. Silvia e Fabrizio ne hanno parlato anche con lui e con il vicesindaco Roberta Tintari. Il gruppo consiliare del Pd vuole portare la proposta in Consiglio comunale. E chissà che non si trovino anche i soldi. Cittadini come questi rendono ogni giorno la città più forte. È ora che la città si sdebiti.