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Il fatto

Terracina: spariti o al macero, addio a quattromila libri

Per la maggior parte i volumi della biblioteca "Olivetti" risultano smarriti, quasi certamente rubati. Il censimento comunicato al Mibact

Terracina: spariti o al macero, addio a quattromila libri

Alzi la mano chi non ha mai dimenticato di restituire un libro preso in prestito dalla biblioteca. Un libro qualsiasi, dal romanzo al saggio, chiesto per un qualsiasi motivo: dal capriccio allo studio. Quel patrimonio di pagine dall'odore inconfondibile, catalogato rigorosamente per nazionalità, genere, ordine alfabetico, sembra essere inscalfibile, sempre disponibile. E, diciamocelo, forse pure a buon mercato. «Lo tengo qualche altra settimana, tanto è della biblioteca», pensiamo. Una proprietà di tutti, che spesso viene scambiata per una proprietà di nessuno. Non sarà mancato nemmeno quello che ha deciso di infilarlo direttamente nella borsa e andare via.

E infatti, dalla biblioteca "Olivetti", una delle più fornite della provincia, sono letteralmente spariti rispetto al censimento iniziale, oltre 3 mila volumi. Per la precisione, l'ultimo consuntivo inviato al ministero dei Beni culturali, risale al maggio del 2016, e contava lo «smarrimento» di 3158 volumi appartenenti al patrimonio librario. Il catalogo, così, è stato "bonificato": sono stati espunti i libri ormai non più esistenti. Non è tutto. Nel corso dello scorso anno, in ossequio al regolamento bibliotecario, è stato fatto un'ulteriore indagine del patrimonio librario, ed è emersa l'inutilizzabilità di 1312 libri, tra cui 217 Vhs, le vecchie videocassette, ormai obsolete e usurate.

Circa 4.500 volumi, sono scomparsi del tutto. E passi per quei libri o quei Vhs che proprio non si sono potuti salvare, vinti dall'usura. Ma quegli oltre 3mila andati via non possono che attribuirsi a veri e propri furti. I libri, infatti, non hanno gambe proprie e dunque non camminano da soli. Qualcuno, prendendoli in prestito, se li è tenuti. Volontariamente o involontariamente. E questo nonostante i dipendenti comunali non facciano altro tutto il giorno che telefonare agli utenti, a casa e al cellulare, per ricordare di restituire i volumi. Ci riescono quasi sempre. In tremila casi, non hanno avuto fortuna.

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