I negozi che chiudono uno dopo l'altro, il problema dei punti di ormeggio mancanti in una costa strozzata tra il Mascarello e Rio Martino inutilizzabili, le istanze degli operatori balneari che cozzano contro i vincoli urbanistici e normativi e la mancanza di programmazione decennale, gli abusi edilizi diventati parte del paesaggio, l'erosione, ma anche il degrado di quel borgo che sembra scomparire nelle mappe della città, dimenticato sotto il profilo dei servizi e delle attenzioni. C'è questo e molto altro nelle rivendicazioni di un gruppo nutrito di cittadino, commercianti e associazioni di Borgo Grappa, persone che hanno scelto di non cedere alla mancanza di prospettive che ogni giorno di più inghiotte il mare di Latina e tutti i suoi effetti collaterali, dalle strutture alle aspirazioni dei cittadini che di quel mare hanno vissuto fino a un decennio fa. Dopo le prime assemblee si sono rivisti il 27 alla "La Cueva del Pirata" per fare il punto sull'azione di denuncia sulle condizioni degradate del Borgo, avviata tramite una petizione popolare, già arrivata ad oltre 350 firme tra Sabaudia e Latina. L'iniziativa è organizzata dal comitato spontaneo per Borgo Grappa, insieme al Consorzio nautico e alla Pro Loco, quest'ultima nata un anno fa per ridare slancio alle iniziative culturali e turistiche del Borgo. «Ci stiamo dando da fare per ridare vita al borgo - spiega l'operatrice del settore nautico Francesca Cappuccilli - il nostro è un grido di dolore perché da quando è chiuso il porto canale di Rio Martino, le attività dell'indotto stanno morendo una dopo l'altra. E non solo: siamo un quartiere dimenticato, curiamo noi le aiuole della rotonda e teniamo puliti gli spazi, altrimenti qui non si fa vivo nessuno».