La vicenda della concessione prima sospesa e poi concessa per la rassegna «Latina summer stadium» ha riacceso i riflettori sul modo in cui l'amministrazione comunale ha gestito gli impianti sportivi in questi anni. Perché se è sacrosanto che il Comune chieda dei canoni di occupazione ai club per mettere a reddito il suo patrimonio deve farlo a fronte percorsi giuridici chiari, ovvero attraverso lo strumento dei bandi pubblici o di concessioni definitive con tariffe decise dagli organi deputati a stabilirle. Ed è proprio su questo punto che verte l'intervento del presidente del Latina calcio Antonio Terracciano. Il presidente decide oggi di spiegare la complessa partita di canoni e rimbalsi di palla tra Comune e società chiarendo subito che «non c'è mai stata morosità da parte del Latina Calcio per l'utilizzo dello stadio Francioni, ma siamo in presenza di una serie di mancanze del Comune per l'incertezza degli atti emessi e soprattutto per non aver mai affrontato in maniera compiuta la vicenda dei canoni per la gestione degli impianti sportivi e per la concessione definitiva degli stessi». Con il riscontro di atti e date il privato mette in fila quanto accaduto e quanto più volte segnalato al Comune.
I fatti di ieri
«Il nostro primo atto di agosto 2017 – spiega il presidente – era una concessione emessa nella more del perfezionamento della convenzione definitiva che doveva essere sottoscritta entro e non oltre il 31 ottobre 2017. Per quella concessione di due mesi e mezzo il comune fissò una spesa, regolarmente pagata, di euro 11.000,00 più iva quale anticipo del canone annuale complessivo da determinarsi per gli impianti sportivi. Dopo il 31 ottobre non se ne fece nulla. Anzi il comune unilateralmente provvedeva ad emettere un altro atto di proroga provvisoria il 16.11.2017 valido fino al 21 gennaio 2018. Anche in quella sede il Comune di Latina parlava di un ulteriore anticipo di 11.000,00 oltre iva del canone annuale complessivo da determinarsi per entrambi gli impianti sportivi. Atto che venne prontamente contestato con pec in cui si sottolineava e si informava che la prima rata della seconda concessione non veniva pagata in quanto era imminente il rilascio della convenzione definitiva e che avrebbe definito il canone annuale al fine anche di poter conguagliare i primi 11.000,00 euro già versati. Contemporaneamente, la società chiedeva un incontro al fine di stabilire le condizioni per la convenzione definitiva anche nella necessità di operare lavori e interventi manutentivi a breve e medio termine». Ma come spesso succede, le note all'ufficio che gestisce gli impianti sportivi, passato di mano a diversi dirigenti e sotto il controllo di svariati assessori, si perde nel nulla. «Richiesta rimasta inevasa – dice il presidente - e che trovava un ulteriore tentativo di richieste somma da parte del Comune fissando il canone a 33.000,00 per nove mesi. Anche in questo caso contestammo le pretese e soprattutto sottolineammo che si era in attesa della deliberazione della giunta comunale (l'unica competente a deliberare sui canoni) al fine delle compensazioni dell'acconto e della certezza del canone annuale, oltre a richiedere anche il pagamento di lavori effettuati e pagati dalla società sportiva a seguito di prescrizioni delle commissioni di vigilanza per l'adeguamento alle norme di sicurezza dell'intera struttura comunale».
I fatti di oggi
Anche in questo caso, secondo Terracciano, il Comune non ha risposto alle richieste del Latina calcio e per definire l'utilizzo dello stadio comunale da presentare alla lega la squadra ha dovuto sottostare all'atto con il quale si è richiesto una indennità di occupazione calcolata nell'ultima determina in 3600 euro mensili e alla successiva concessione provvisoria fino al 31 dicembre 2019. «Lo abbiamo fatto per permettere la prosecuzione della stagione sportiva prossima – spiega Terracciano - e per non vanificare gli investimenti degli ultimi due anni che hanno riportato il calcio in città». Terracciano si augura che venga al più presto definito da parte della giunta comunale il canone per la gestione degli impianti sportivi, «non potendosi riconoscere attuale e valido il canone proposto dal dirigente (incompetente in materia) per la gestione degli impianti sportivi». Senza considerare l'esigenza di completare l'iter amministrativo del regolamento comunale, approvato dal consiglio nell'aprile 2018, con la definizione dei canoni da parte della giunta comunale e con le procedure per l'individuazione del gestore. Insomma se chiedi legalità e rispetto delle regole, come è giusto e doveroso che sia, devi mettere i fruitori dei beni pubblici in condizioni di riferirsi a interlocutori che diano risposte, gli uffici, e con strumenti normativi chiari. Il messaggio è chiaro e inequivocabile.