Il progetto è ambizioso e necessario: avviare una gestione integrata della costa e del litorale coinvolgendo i vari enti. A patto, però, che il documento approvato nei giorni scorsi dal Consiglio Direttivo del Parco nazionale del Circeo non resti l'ennesimo protocollo d'intesa pieno di buone intenzioni che fanno fatica a tramutarsi in azioni concrete. Anche se fortunatamente su questo punto pare si stia a poco a poco cambiando passo.
L'area attenzionata è ampia: circa 440 chilometri quadrati. Si estende tra i fiumi Sisto e Astura, andando a coinvolgere Sabaudia, San Felice Circeo, Latina e in parte anche Terracina. Una zona ricca di beni naturalisti (e non solo), messi però in pericolo da una pressione antropica, cioè legata all'uomo, che non accenna a diminuire. Alla base, molto spesso, ci sono degli atteggiamenti irresponsabili. Basti pensare a chi continua a sversare abusivamente nei corsi d'acqua, chi getta la spazzatura al di fuori degli spazi preposti o chi sbanca le dune. E sono solo alcuni esempi.
«I principali elementi di pressione ambientale, che rendono necessaria una governance integrata e coordinata, sono principalmente i seguenti: bassa qualità ecologica delle acque superficiale; (...) fenomeni di emungimento dalla falda e scarico nelle acque superficiali abusivi; eccessivo sfruttamento della risorsa idrica; notevole aumento del carico inquinante sugli impianti di depurazione durante i periodi di maggiore pressione antropica; attività antropica, principalmente legata al turismo, poco sensibile alle tematiche di salvaguardia del territorio; erosione costiera diffusa da Foce Verde a Torre Paola».
Alcuni di questi fenomeni, come ad esempio l'erosione costiera, si sono acuiti negli ultimi anni anche a causa dei cambiamenti climatici (basta vedere cosa accade sul lungomare di Sabaudia durante i mesi invernali).
Il contratto di costa si pone come obiettivo quello di prevenire criticità di questo genere, andando a risolvere poi dei problemi più strutturali come quello dell'erosione.
Al centro di tutto c'è un concetto: collaborazione. Questo è quanto viene richiesto a tutti gli enti che sono stati invitati a sottoscrivere il documento.
«I contratti di costa - così nell'atto - costituiscono uno strumento di programmazione strategica per la pianificazione e gestione delle aree costiere, in grado di promuovere la riqualificazione ambientale e paesaggistica attraverso azioni di prevenzione, mitigazione e monitoraggio delle emergenze, di inquinamento».