Lo scheletro trovato nel 2016 nella grotta delle Capre apparterrebbe a un uomo di età compresa fra i 50 e i 55 anni e la sepoltura può essere datata, in teoria, in un arco temporale compreso fra il IV e il VII secolo, ossia il periodo di diffusione della sepoltura a enchytrismòs (all'interno di un'anfora). Sono i primi dettagli che emergono dallo studio condotto dal Servizio di Antropologia della Soprintendenza Archeologica per il Lazio, che gettano una nuova luce sul sito archeologico.
Uno scheletro, ma non il solo
La sepoltura rinvenuta nel 2016, spuntata fuori per uno scavo clandestino, non è l'unica trovata nella grotta delle Capre. Sul finire degli anni Ottanta, infatti, ne furono trovate altre. Si trattava di almeno tre di individui adulti di sesso maschile, disposti in ordine sparso e sepolti nella terra. Segno di appartenenza, probabilmente, a una classe sociale umile. Non furono trovati né anfore, né resti lignei o chiodi che potessero far pensare a casse poi decompostesi. Allo stesso livello, furono recuperate pure delle lische di pesce. Di qui l'appellativo di "pescatori" per gli scheletri. E per quello trovato nel 2016?
Le ipotesi avanzate
Il contesto di questa quarta sepoltura è differente. Le ossa sono state trovate all'interno di un'anfora spuntata fuori da un deposito sedimentoso, segno che forse quello non è il luogo originario della sepoltura. Non è però escluso che tutte le sepolture di grotta delle Capre siano coeve. Le ossa, secondo lo studio condotto dalla Soprintendenza - curato dai dottori Mauro Rubini, Paola Zaio, Nunzia Libianchi e Alessandro Gozzi -, apparterrebbero a un individuo adulto alto circa 165 centimetri e di età compresa tra i 50 e i 55 anni. Alcune anomalie riscontrate nelle ossa hanno fatto ipotizzare che praticasse un'attività natatoria. Forse un altro pescatore?
Più sicurezza e una fruizione «coerente» col valore del sito
Intanto, al di là di quelli che sono gli studi effettuati, il Comune di San Felice Circeo si è attivato per garantire più sicurezza nella zona. Questo, anche alla luce delle "incursioni" che ci sono state soprattutto in estate, con cumuli di rifiuti abbandonati dagli incivili all'interno del sito archeologico. L'Ente, come spiega il delegato ai Beni archeologici Angelo Guattari, ha installato - di concerto con la Soprintendenza - un cancello. «In questo modo - afferma Guattari - si andrà a garantire una maggiore sicurezza nell'area evitando problemi che si sono manifestati in passato. Inoltre, il nostro obiettivo è quello di rendere questo sito archeologico fruibile in modo coerente con il suo valore. Parliamo di un bene della collettività da inserire all'interno di un circuito che consenta di valorizzare tutti i nostri beni e le tante potenzialità che ha San Felice Circeo. Un parco archeologico, insomma, che puntiamo a realizzare».