Eroi che provano ad andare in banca al tempo del coronavirus ce ne sono, nonostante tutto. Era cominciata assai bene questa partita della speranza di avere finalmente un contatto dal volto umano tra istituti di credito e poveri imprenditori, commercianti, professionisti senza Suv. Poi la dura realtà ha riportato tutti sul pianeta terra, un pianeta in cui ancora circola il virus, per di più.
Da una settimana, ossia da quando è partita l'operazione prestiti garantiti dallo Stato le organizzazioni di categoria informano che non è semplice né così rapido chiedere il prestito e che l'istruttoria sulla qualità di pagatore che ha il singolo cliente o impresa va fatta, pena responsabilità del responsabile della concessione del credito medesimo. Per capire bene come funziona bisogna calarsi nella procedura pratica. La domanda si può spedire on line ma se è necessario integrare documenti bisogna andare in filiale. Le banche più piccole hanno sovente un rapporto più diretto con i clienti e l'appuntamento viene preso nell'arco di tre, massimo quattro giorni.
Nel caso degli istituti di credito dei grandi gruppi bisogna passare attraverso il numero verde perché le linee delle filiali sono intasate e con personale ridotto e maggiori pratiche da esaminare è materialmente impossibile prenotare l'accesso dalla linea locale. Una volta sul posto l'ingresso vero e proprio è regolato dagli agenti della sicurezza, che controllano la lista dei prenotati. L'attesa supera anche 70 minuti perché nessuno può stabilire quanto impiegherà il cliente che ha prenotato. C'è sempre chi tenta senza prenotazione, chi si spazientisce, chi litiga, chi ha dimenticato di consegnare un piccolo documento.