Mentre i sindaci pontini si attardano sulla scelta dei siti da indicare alla Regione Lazio per l'ubicazione degli impianti necessari per raggiungere l'obiettivo della chiusura del ciclo dei rifiuti entro i confini provinciali, la Direzione distrettuale antimafia, competente sulle indagini in materia di rifiuti, ha chiuso gli accertamenti sull'impianto di trattamento meccanico biologico di Rida Ambiente. Il tipo di reati ipotizzati e che si ritiene siano stati consumati dal 2014 fino all'inizio dell'anno in corso, attengono a fattispecie ritenute particolarmente significative in una materia delicata come quella della gestione dei rifiuti, al punto che potrebbero indurre gli inquirenti a valutare la sussistenza delle condizioni per intervenire sull'impianto all'interno del quale le condotte contestate avrebbero tratto origine.
Una eventualità che potrebbe avere effetti importanti sulla maggior parte dei comuni pontini che quotidianamente conferiscono presso Rida Ambiente i propri rifiuti indifferenziati da sottoporre a Tmb: l'impianto di Aprilia è infatti l'unico del genere in provincia di Latina e come si è già visto nei giorni a cavallo tra giugno e luglio in concomitanza con una presunta quanto mai ben chiarita situazione di difficoltà di gestione dell'impianto, la temporanea sospensione del servizio costringe le amministrazioni locali a correre ai ripari rivolgendosi ad aziende che si trovano in località distanti, con aggravio dei costi di trasporto.
Una «lezione», quella di inizio luglio, che avrebbe dovuto suggerire al costituendo consorzio pontino dei rifiuti di attrezzarsi perbene e per tempo contro le incognite e le insidie che rappresenta la gestione monopolistica di un servizio essenziale per la chiusura del ciclo dei rifiuti.
Il Presidente della Provincia Carlo Medici e i sindaci pontini, che si dicono fermamente intenzionati ad introdurre la gestione pubblica del servizio e degli impianti di trattamento e stoccaggio dei rifiuti, non possono trascurare l'esigenza di dotarsi anche di uno o più impianti di Tmb se non vogliono correre il rischio che il loro impegno per l'autosufficienza territoriale vada a sbattere contro il muro di un monopolio privato.