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Il fatto

Affari d'oro con le supercar, nella maxitruffa vittime due pontini

Operazione della Finanza di Treviso che ha ricostruito una frode con le auto di lusso vendute senza Iva. Il giro d'affari è di 8 milioni

Affari d'oro  con  le supercar, nella maxitruffa vittime due pontini

L'affare prospettato in realtà era una colossale trappola. Vendevano supercar usate senza Iva. Il giro d'affari scoperto dagli investigatori della Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Treviso era imponente: oltre otto milioni di euro. Ci sono anche due acquirenti residenti in provincia di Latina, entrambi di 40 anni, tra le vittime dei sette indagati, a cui è arrivato l'avviso di conclusione indagini da parte della Procura di Treviso per i reati di frode in commercio e falso ideologico. Al centro dell'inchiesta sono finite Bmw, Audi e Mercedes, tutte usate, acquistate a prezzi più bassi rispetto al normale. Gli indagati già un anno fa erano stati destinatari di un provvedimento restrittivo e di un sequestro di 500mila euro. A conti fatti, i militari del Comando Provinciale di Treviso, hanno accertato un'evasione Iva pari a un milione e mezzo di euro.
Sono tre le concessionarie di auto, tutte in provincia di Treviso, finite nell'inchiesta e che hanno venduto le auto di grossa cilindrata a prezzi estremamente competitivi in mezza Italia: da Latina a Bolzano, da Palermo a Catanzaro e poi Udine e Pordenone solo per citare alcuni capoluoghi. In questo modo gli indagati hanno ingannato anche gli uffici della Motorizzazione Civile. Le due vittime pontine avevano acquistato una Bmw Serie 5 e una Audi A3 per un importo complessivo di quasi 50mila euro. A quanto pare molti clienti che poi sono stati raggirati, hanno conosciuto le concessionarie di auto imbattendosi nelle offerte che finivano su internet. Dal web in alcuni casi è avvenuto il primo contatto e dopo la visione del veicolo avveniva il pagamento in alcuni casi anche in contanti.
Il sistema escogitato era semplice ed efficace: gli indagati facevano credere agli ignari acquirenti che l'Iva era stata versata in altri paesi europei, tra cui Germania, Francia, Belgio e Spagna presentando documenti falsi per l'immatricolazione.

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