Nelle telefonate intercettate dalla Procura distrettuale di Napoli emerge come un giovane ristoratore. Ma poi si tradisce ed è evidente che quando parla di clientela del locale sui Lepini si sta riferendo ad altri clienti, acquirenti di droga in quantitativi di assoluto rilevo. Stefano Cerilli fino a pochi giorni fa non era un nome famoso nelle molteplici indagini sul traffico di stupefacenti che attraversa la provincia di Latina. Invece l'ultima misura cautelare, applicata dal gip del Tribunale di Napoli in seguito ad un'indagine sull'importazione su vasta scala di hascisc e cocaina, ha scaraventato Cerilli in quella specie di olimpo dove si tratta direttamente con i colombiani. E gli atti tracciano anche, con dovizia di particolari, il percorso della droga. E' questo: delegati colombiani di stanza a Malaga e Marbella trattano con gli italiani; i contatti pontini hanno buone chances di ordinare cocaina a chili. Nel caso di Cerilli il gancio con i grossisti era a Malaga e lo stocaccaggio della merce avveniva a Sezze. Ecco come il gip, nell'ordinanza, ricostruisce questa specifica tratta della cocaina chiamando in causa: «... Diaz Gaviria Euliser, Diaz Otalara Jorge Enrique, Ruiz Castro Maria Janeth, dimoranti in Spagna», coinvolti per il trasferimento dell'ingente «quantitativo di stupefacenti dalla Spagna a Sezze (Latina), nella disponibilità di Cerilli Stefano, responsabile della successiva rivendita alle organizzazioni criminali operanti in provincia di Latina, Napoli e Torino, dalle quali ricavava la cifra di 349.000 euro, quale prezzo da corrispondere ai fornitori colombiani per la partita di cocaina ricevuta». Nella stessa operazione si arriva a quello che viene definito il «gruppo Del Vecchio», riferito ai due gemelli di Fondi, Massimiliano e Gianluca, nonché ad un'altra figura di spicco, il tunisino Mohamed Boughriba, residente a Cisterna. Il nesso fra i tre viene fuori a seguito di un sequestro avvenuto il 29 luglio 2018 a Montenero di Bisaccia: un camion con un carico di un chilo e cento di cocaina e circa venti grammi di cobret viene intercettato e sequestrato. L'autista finisce in manette. Ma le successive indagini e i tasselli di un puzzle messo insieme nei due anni successivi hanno portato la Procura di Napoli al tunisino e ai due fratelli Del Vecchio, sulla base di contatti attribuiti a Massimiliano Del Vecchio definito il «promotore» di quell'approvvigionamento.