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Il fatto

Status quo, condanna confermata in Appello per Maria Grazia Di Silvio

Pena di quattro anni e otto mesi. Ha retto l'aggravante del metodo mafioso

Status quo, condanna confermata in Appello per Maria Grazia Di Silvio

Condanna confermata dai giudici della Corte d'Appello di Roma nei confronti di Maria Grazia Di Silvio, imputata nel processo Status Quo che si è svolto a Roma e si è concluso ieri. Il reato contestato era quello di tentata estorsione aggravata dalle modalità del metodo mafioso. La vittima del procedimento era il titolare di un distributore di benzina di Latina alle porte della città.

Ieri nel corso della sua requisitoria il Procuratore Generale aveva chiesto la conferma della condanna emessa nel giugno del 2023 dal Collegio Penale del Tribunale di Latina presieduto dal presidente Gian Luca Soana: quattro anni e otto mesi a fronte di una richiesta formulata dal pm di cinque anni e quattro mesi.

Secondo l'accusa la donna, madre dei fratelli Angelo e Salvatore Travali, dopo l'esecuzione delle ordinanze restrittive dell'inchiesta Reset (anche questa condotta dalla Dda), si presentò dal benzinaio e pretese alcune somme di denaro: prima duemila euro e poi mille euro.
Ieri dopo l'intervento della pubblica accusa, la parola è passata all'avvocato Giancarlo Vitelli che assiste l'imputata che ha cercato di scardinare l'impianto accusatorio chiedendo l'assoluzione dal reato di tentata estorsione. Alla fine il giudice ha emesso la sentenza e ha condiviso pienamente la prospettazione degli inquirenti e le risultanze investigative raccolte. L'inchiesta era stata condotta dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Latina.  

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