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Il caso

Variante di via Piave, Malvaso rinuncia alla prescrizione

Nuovo atto in Appello avverso la condanna. Oltre all’ex esponente di Forza Italia è imputato il coordinatore Di Rubbo

Variante di via Piave, Malvaso rinuncia alla prescrizione9

Ha rinunciato alla prescrizione Vincenzo Malvaso nel corso del processo che si è svolto ieri a Roma davanti ai giudici della Corte d’Appello. L’ex esponente di Forza Italia, difeso dall’avvocato Renato Archidiacono, è imputato insieme all’ex assessore all’ Urbanistica al Comune di Latina Giuseppe Di Rubbo, attuale coordinatore provinciale di Forza Italia. Nel corso della precedente udienza era stata acquisita - su richiesta della difesa di Vincenzo Malvaso - l’assoluzione del gup del Tribunale di Latina confermata dalla Corte d’Appello per rinuncia all’appello della procura generale del processo Olimpia, dove Malvaso era imputato.

E’ stata acquisita anche la sentenza del Tar che ha annullato l’ordine di demolizione del palazzo. Il processo è quello che riguarda l’inchiesta della Variante di Borgo Piave, le difese avevano impugnato la sentenza emessa nel luglio del 2017 dal giudice del Tribunale Pierpaolo Bortone che aveva portato alla condanna ad un anno e otto mesi di reclusione per l’ex consigliere di Forza Italia Vincenzo Malvaso e ad un anno per l’ex assessore all’Urbanistica Giuseppe Di Rubbo. Le accuse ipotizzate sono: abuso d’ufficio e violazione delle norme urbanistiche. L’indagine era stata condotta dal pubblico ministero Gregorio Capasso, titolare del fascicolo e aveva portato al sequestro della palazzina che si trova all’ingresso del capoluogo. Gli accertamenti erano stati condotti dal Nipaf della Forestale e i successivi riscontri erano stati portati a termine dai funzionari tecnici della Regione Lazio nel corso di una verifica dove era venuta alla luce l’illegittimità della procedura di approvazione dei piani. «La violazione di legge è consistita nella inosservanza di una chiara norma», aveva scritto il giudice Pierpaolo Bortone nelle motivazioni della sentenza.

Sempre nelle motivazioni era stata ripercorsa tutta la storia della zona nord della città partendo dal Ppe di Borgo Piave prendendo in esame una delibera del Consiglio Comunale del 1987 da quel periodo storico si era arrivati fino al 2012.
Il 16 settembre riprende l’udienza in Corte d’Appello.

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