Il fatto
25.05.2024 - 12:30
Arriva una seconda informativa sulla centrale elettrica di Ponza e riguarda la procedura di bonifica che doveva mettere in sicurezza sia il sito che le falde soggiacenti e in generale l’ambiente circostante. Il tutto sotto il controllo del Comune. Secondo quanto verificato in questi giorni dal Nipaaf dei carabinieri in seguito ad un esposto, non sarebbero stati eseguiti nè la prima né il secondo. Come si sa l’ex centrale elettrica di proprietà del Sep Spa sita in via Cesarano (non più attiva per la produzione di energia) fu oggetto di sequestro da parte del Nipaaf di Latina nel 2023. Provvedimento confermato dal gip e dal Tribunale del Riesame, poiché risultò riscontrato che allora si stavano eseguendo lavori di ristrutturazione edilizia sulla base di una semplice Scia e senza aver ottenuto il nulla osta circa il rispetto del PAI (Piano assetto idrogeologico) in quanto il sito è ubicato al di sotto di una falesia classificata come zona rossa ovvero in R4, che significa a rischio elevato di crolli.
Ora, a distanza di un anno, si scopre che nell'ex sito produttivo erano in corso le procedure di una bonifica ambientale che si può definire quantomeno «monca» perché l'area risultava contaminata dalla presenza di notevoli concentrazioni di idrocarburi riscontrati non solo nel suolo ma anche nella falda e nonostante ciò la Sep Spa riteneva di poter eseguire i lavori di ristrutturazione sebbene il sito fosse contaminato.
Tutto questo senza che fossero stati informati gli Enti preposti alla tutela (Settore Ambiente del Comune di Ponza, Provincia di Latina, Regione Lazio e Arpa Lazio) attivati già nel 2019 tramite Conferenza di Servizi. Va sottolineato che il sito, a seguito della contaminazione, era stato oggetto di messa in sicurezza e sarebbero dovuti iniziare successivamente all'analisi del rischio gli interventi di bonifica per consentire la fruizione dell'area in sicurezza, appunto.
Di qui l’avvio di quella che appare un’inchiesta bis basata su una seconda informativa del Nipaaf dei carabinieri inviata nei giorni scorsi alla Procura di Cassino e le indagini oltre a riscontrare le responsabilità del Sep mirano ad accertare la condotta del Comune di Ponza che, in base a quanto stabilito dalla conferenza dei servizi per la bonifica, avrebbe dovuto controllare ogni passaggio.
Invece, in base ai documenti disponibili, l’amministrazione non si è accorta di cosa accadeva realmente nella delicata fase di bonifica né del fatto che la Sep aveva trasmesso all’Ufficio Urbanistica una Scia per realizzare dei lavori edili in un sito che risulta ancora contaminato e che non potrebbe subire alcuna modifica ulteriore prima che la bonifica sia stata completata e validata da un collaudo. L’esito delle prime verifiche ha portato all’iscrizione nel registro degli indagati dei responsabili del progetto di bonifica e di coloro che avrebbero dovuto controllarne l’esecuzione per interferenza nel progetto di risanamento ambientale del sito della ex centrale elettrica. Risulta parte offesa l’ente Comune di Ponza.
Edizione digitale
I più recenti
Ultime dalla sezione