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Il dramma

Morte di Satnam Singh, parlano i vicini: «Poteva essere aiutato»

La sveglia all’alba, il rientro, un cocomero e le zucchine regalate ai vicini di casa. «Capo, tieni cocomero buono è per te» diceva la sera prima di morire a Ilario

Morte di Satnam Singh, parlano i vicini:  «Poteva essere aiutato»

I vicini di casa di Satman Sinh (Foto Roberto Silvino)

Il mondo che Singh Satnam e la moglie si erano costruiti insieme è racchiuso in un fazzoletto di case basse, campi coltivati, serre che quasi si perdono, pedalate in bicicletta per entrare nel cuore della campagna. E’ un mondo avvolto in una manciata di chilometri quadrati, segnato da orari e scadenze. La sveglia all’alba, il rientro, un cocomero e le zucchine regalate ai vicini di casa. «Capo, tieni cocomero buono è per te», diceva la sera prima di morire a Ilario, il vicino di casa, in un italiano che solo a pensarci suscita profonda tenerezza. E’ qui che fiorivano sogni e speranze.

Tutto si è fermato dietro un cancello di via Genova, a Borgo Bainsizza. Satnam Singh, 31 anni, coetaneo di Ilario, è arrivato senza un braccio, mutilato come se fosse esplosa una bomba in uno scenario di guerra. E’ diventata una vittima di un incidente sul lavoro che cambierà una parte della storia. «La moglie di Navi, come tutti lo chiamavamo, continua a ripetere che il marito è ancora vivo, non si rende conto», racconta Noemi che insieme al marito Ilario hanno vissuto in diretta la tragedia. Hanno visto arrivare Navi senza un pezzo di braccio. Noemi è scossa. «Ma come è possibile che un uomo faccia una cosa del genere ad un altro uomo. Come è possibile? Qui si parla di umanità», ripete con le lacrime agli occhi.

«E’ sotto choc, non ha elaborato ancora la morte, pensa che il marito tornerà», ricorda pensando a quello che le ripeteva la moglie del bracciante agricolo. Ieri mattina la donna ha accusato un malore e si è reso necessario l’intervento di una ambulanza del 118 per soccorrerla. E’ una testimone, era insieme al marito quando è stata fatta salire sul furgone di Lovato che li ha portati a casa. «Italia no buono», è una delle parole che ha sussurrato quando era al San Camillo di Roma e chiedeva notizie del marito prima che morisse. «Lei sta malissimo», racconta, «Non si rende conto, ha visto tutto, ha vissuto tutto. Chiediamo giustizia, abbiamo cercato di aiutarlo fino all’ultimo. Abbiamo fatto il possibile. La moglie si è gettata verso di me e ripeteva “Marito tagliato” continuava a dire questo».

Si volevano bene, volevano un figlio e stavano cercando di mettere i soldi da parte per crearsi una famiglia qui in Italia dove si trovavano bene. «Navi e la moglie erano due persone splendide, erano uniche». Il loro futuro non sarà più qui.

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