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Touch&Go, nuova condanna per Scotto: riceveva droga in carcere col drone

Il quarantenne napoletano, coinvolto nell’inchiesta Touch&Go, riceveva droga e smartphone in carcere con i droni

Touch&Go, nuova condanna per Scotto: riceveva droga in carcere col drone

Domenico Scotto, capo dell’organizzazione che gestiva il traffico di droga a Minturno ed altri centri del Golfo, ha subito un’altra condanna. Il quarantenne napoletano, arrestato nel luglio del 2020 dai carabinieri della Compagnia di Formia nell’ambito dell’inchiesta Touch&Go, era uno dei tre detenuti rinchiusi nel carcere romano di Rebibbia, che riceveva con i droni smartphone, telefonini, sim card, caricabatterie e hashish. L’attività è stata scoperta e lo Scotto, coinvolto con altri due detenuti, è finito a processo e condannato a quattro anni.

Il boss campano, che gestiva il traffico di droga nel sud pontino dal 2016 al 2020, era detenuto in quanto condannato nell’inchiesta Touch&Go a diciotto anni e sei mesi. Nel frattempo, durante la detenzione, era riuscito a trovare il modo per il rifornimento di oggetti e droga. La scoperta dell’uso dei droni è avvenuta il trentuno gennaio del 2022, quando un agente della penitenziaria che si trovava su una torretta si è accorto di un ronzìo anomalo, causato dal drone, che si dirigeva verso il reparto G12; da una finestra è spuntato un braccio che afferrava il pacco che era sul drone, che si è allontanato. Scattavano le perquisizioni e dalla cella spuntavano 408 grammi di hashish, cinque smartphone, sette microtelefoni, 19 sim card e cinque caricabatterie.

Oggetti, alcuni dei quali trovati addosso allo Scotto, che sarebbero stati consegnati in più viaggi dei droni. Individuati anche i piloti dei droni, due campani affiliati alla camorra, la cui udienza preliminare si terrà in tribunale a Napoli il prossimo quattro ottobre.

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