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La lettera

«Ho paura per mio figlio, a scuola viene bullizzato»

Lo strazio di un genitore che ci ha scritto una toccante lettera

«Ho paura per mio figlio, a scuola viene bullizzato»

Il bullismo, uno dei mali del nostro tempo. Ogni giorno se ne sente parlare, ovunque: bande di ragazzini che se la prendono con i propri coetanei, con offese, minacce, furti, botte. In ogni forma il bullismo rappresenta un problema. Per chi lo subisce.
Alla nostra redazione ha scritto un genitore preoccupato, per la salute del figlio, per la sua incolumità, denunciando una situazione che ormai va avanti da tempo. Naturalmente non riveliamo l’identità dell’uomo, ma abbiamo ritenuto opportuno pubblicare il suo stato d’animo. Per rendere consapevole, chi non lo sapesse, le ripercussioni che può avere su un giovane.

"Accompagnare mio figlio a scuola dovrebbe essere un atto di routine e sicurezza, ma si trasforma ogni giorno in un rito doloroso - confessa il genitore - La paura di lasciarlo lì, sapendo quello che gli succede e pensando a ciò che potrebbe accadere, diventa una vera sofferenza. Vivo i miei giorni con questo tormento. Ma è ancora più straziante pensare a quello che prova lui: una sensazione che mi fa più male della stessa paura. Immaginarlo in classe isolato e umiliato in un ambiente che dovrebbe essere un luogo sicuro, mi distrugge. Un’esperienza che non auguro a nessun genitore, che mi fa riflettere non solo sul dolore che vive mio figlio, ma anche sulle ragioni più profonde che spingono alcuni bambini a compiere atti di bullismo e sulle conseguenze psicologiche per chi subisce, per chi infligge e, inevitabilmente, anche per chi, come me, è testimone impotente. Per chi viene bullizzato, la scuola non è più un luogo dove apprendere e crescere serenamente, ma una zona di pericolo da cui fuggire. Gli effetti psicologici sono devastanti: l’ansia e la paura diventano costanti, impedendo a mio figlio di concentrarsi e apprendere. Una volta era vivace e curioso, ora si è chiuso, le sue risposte sono diventate silenzi e i suoi sorrisi si sono trasformati in sguardi preoccupati. È difficile accettare che un ragazzo possa già sentirsi “sbagliato” a causa delle prepotenze subite. Ciò di cui mio figlio soffre è il senso di vergogna, un sentimento che può essere pericoloso perché, radicandosi, rischia di far percepire a chi lo vive di non valere, di essere invisibile o, peggio, indegno. Per un genitore - continua - è terribile scoprire che un ragazzo così giovane, con il mondo ancora tutto da scoprire, perda fiducia in se stesso e negli altri. Se guardo mio figlio, la mia speranza è che possa un giorno ritrovare il sorriso e la fiducia in se stesso. E spero che la scuola diventi quel luogo sicuro e stimolante che ogni bambino merita. Dirigenti e insegnanti sono al corrente di questa situazione, insieme stiamo cercando di risolverla: per il bene di mio figlio affinché possa condurre una vita normale".

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