L'indagine
15.01.2025 - 10:30
Ieri mattina si è presentato in Questura il quarantenne proprietario dei cani che hanno sbranato e ucciso Patricia Masithela, la sua amica di 26 anni di origine sudafricana. Accompagnato dal legale di fiducia, l’avvocato Stefano Sabatino, l’uomo ha raggiunto gli uffici della Squadra Mobile per mettersi a disposizione degli investigatori del vice questore Guglielmo Battisti. Formalmente indagato da quel momento per il reato di omicidio colposo, nell’ambito dell’inchiesta avviata dalla Procura per fare chiarezza sulle responsabilità del caso, Luca Desideri è stato ascoltato dai poliziotti: è apparso provato per l’accaduto, ha dichiarato di essere affranto per la morte dell’amica, si è detto pronto a sostenere un eventuale interrogatorio davanti al sostituto procuratore che si sta occupando della vicenda, ma ha precisato sin da subito di non conoscere il motivo della visita della vittima nella sua abitazione, che si è trattata di un’iniziativa della ragazza e non temeva conseguenze del genere perché i cani erano liberi nel cortile, ma la casa dotata di recinzione e cancello. In ogni caso gli inquirenti saranno chiamati a vagliare le sue responsabilità, soprattutto in merito alla cura che prestava ai cani. Oltretutto il cancello era facilmente valicabile: bastava sollevare una leva per aprire le ante. Ieri intanto gli investigatori hanno ispezionato la villetta, a quanto pare senza trovare niente di anomalo, se non un contesto di degrado diffuso.
Ieri come lunedì l’abitazione di strada Piccarello è stata presa d’assalto dalle televisioni nazionali. Ai microfoni di una giornalista di Raidue della trasmissione “Ore 14” di Milo Infante ha parlato Fabio, cognato della vittima: «Una notizia così non si può accettare, stavo per svenire quando l’ho saputo. È assurdo, il solo pensiero di immaginare quello che ha potuto passare in quegli attimi è allucinante. Spero che si faccia luce su come è successo, perché ancora non sappiamo niente, ancora non ci danno notizie.
Sulla pericolosità dei cani è intervenuto invece uno dei vicini: «I cani erano entrati nella nostra proprietà, perché saltavano la recinzione, abbiamo cercato di metterli in sicurezza. Erano aggressivi nel senso che ringhiavano, erano pericolosi. L’ho fatto presente al proprietario che avevano fatto branco e che erano tanti».
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