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Il fatto

Aggredito in casa e ferito a morsi, le analisi sul telefono

La Polizia ha sequestrato lo smartphone del giovane arrestato per il coinvolgimento nel brutale ferimento. Gli investigatori cercano prove del legame con Mastracci e il movente dell’agguato finito con l’orecchio staccato alla vittima

Aggredito in casa e ferito a morsi, le analisi sul telefono

Gli investigatori della Polizia vogliono andare a fondo nella vicenda del trentenne agli arresti domiciliari vittima del brutale agguato in casa, martedì sera, quando un uomo gli ha staccato mezzo orecchio a morsi. Per farlo, oltre a continuare senza sosta le ricerche del principale indiziato della feroce aggressione, il quarantenne Gianfranco Mastracci, i poliziotti della Squadra Mobile stanno analizzando a fondo tutti gli elementi emersi nei primi giorni di indagine. In questo senso una fonte rilevante di informazioni potrebbe essere lo smartphone sequestrato ad Alex Tornese, latinense di 23 anni finito in carcere con l’accusa di avere spalleggiato l’autore materiale del ferimento, oltretutto in maniera attiva, per questo indagato del concorso nelle lesioni aggravate, nella violazione del domicilio e soprattutto nel deturpamento del volto di Luca De Bellis con la lesione permanente causata dall’asportazione parziale del padiglione auricolare destro.

Così come gli abiti della vittima e del primo arrestato, da analizzare per verificare l’appartenenza delle tracce organiche e di sangue, lo smartphone del ragazzo finito dietro le sbarre sarà sottoposto alle analisi tecniche, ma naturalmente sul contenuto, attraverso la copia forense di tutti i dati contenuti nella memoria informatica. Gli investigatori della Questura contano di trovare elementi di prova nei contatti telefoniche come nei contenuti delle chat, che potranno essere estrapolate anche se il proprietario del telefono avesse provato a cancellare la cronologia. Potrebbero emergere infatti contatti con lo stesso Mastracci, ovvero il coinvolgimento di entrambi nel fatto di sangue. Ma soprattutto i poliziotti contano di trovare una spiegazione a tanta ferocia. Ossia il movente di quello che appare come un vero e proprio agguato, una spedizione punitiva che deve per forza nascondere un contatto preliminare tra le parti.

Altrimenti non ci sarebbe una spiegazione alla foga con la quale l’aggressore si è lanciato nell’appartamento della vittima al secondo piano del civico 33 di via San Carlo da Sezze. E al tempo stesso troverebbe spiegazione anche la circostanza che Mastracci si era nascosto e ha fatto suonare il campanello del portone di casa di Luca De Bellis al complice Alex Tornese, appunto per sbucare solo quando la vittima aveva aperto la porta. Insomma, il malcapitato non ha mai chiarito il motivo di tanto accanimento da parte di Mastracci nei suoi confronti, ma nell’immediatezza dei fatti si era lasciato andare, parlando di un affare che il quarantenne gli avrebbe proposto e lui non voleva accettare, senza però entrare nel merito della vicenda.

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