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Il caso

Sequestrata area da 12.000 metri quadrati per rottamazione illegale: pericolo inquinamento a ridosso del Sisto

La Guardia Costiera blocca un centro di autodemolizione abusivo: due persone deferite alla Procura per gestione illecita di rifiuti e scarico industriale non autorizzato

Sequestrata area da 12.000 metri quadrati utilizzata per rottamazione illegale: pericolo inquinamento a ridosso del Sisto

Una distesa di oltre 12.000 metri quadrati, formalmente destinata ad uso agricolo, era in realtà adibita a centro di autodemolizione e rottamazione veicoli in assenza di qualsiasi autorizzazione. Nei giorni scorsi, i militari della Guardia Costiera – Delegazione di Spiaggia di Sabaudia, con il supporto delle Capitanerie di porto di Gaeta e Terracina e sotto il coordinamento regionale della Direzione Marittima di Civitavecchia, hanno sequestrato l’intera area, situata a meno di 200 metri dal canale del fiume Sisto.

L’intervento rientra nei controlli mirati alla tutela dell’ambiente e alla prevenzione di attività potenzialmente inquinanti. Durante l’ispezione, condotta congiuntamente al personale dell’ARPA Lazio e dell’ASL Spesa – Dipartimento Sicurezza Luoghi di Lavoro di Latina, è emerso che sull’area, classificata urbanisticamente come “agricolo seminativo classe 4” e “fabbricato rurale”, erano accantonati veicoli e autocarri fuori uso, in maniera incontrollata, direttamente su suolo nudo.

A preoccupare in modo particolare è stato il rinvenimento di uno scarico industriale non autorizzato, e l’evidente rischio di inquinamento delle falde acquifere, aggravato dal dilavamento delle acque di prima pioggia. Tali acque, percolando nel sottosuolo, possono riversarsi nel vicino canale del Sisto, contaminando il sistema idrico e compromettendo l’equilibrio ambientale dell’area.

Il sequestro preventivo è stato disposto per evitare che la prosecuzione dell’attività potesse aggravare le conseguenze del reato o agevolare la commissione di nuovi illeciti. Al legale rappresentante della ditta è stata affidata la custodia giudiziaria dell’area, mentre due persone risultano indagate per gestione illecita di rifiuti speciali e realizzazione di scarico industriale non autorizzato. La loro posizione è ora al vaglio della Procura della Repubblica di Latina.

L’attività dell’azienda si svolgeva in totale assenza di autorizzazioni, comprese l’A.U.A. (Autorizzazione Unica Ambientale) e ogni altro titolo rilasciato da Comune, Provincia o Regione.

L’operazione rientra nel quadro più ampio della campagna nazionale “Oro Blu”, coordinata dal Comando Generale delle Capitanerie di Porto, volta a contrastare reati ambientali e abusi legati al ciclo dei rifiuti e all’inquinamento delle matrici ambientali. Un’azione mirata a fermare condotte illecite in danno dell’ambiente e della salute pubblica, e a ristabilire le condizioni di salubrità dell’area, prevedendo la bonifica e lo smaltimento controllato dei rifiuti accumulati.

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