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Il commento

I commercianti: «Per rilanciare il centro della città servono strategie per il commercio»

Mario D’Ercole, a nome di diversi commercianti del centro storico, contesta l’ottimismo di Confesercenti e dice: «Non sono sufficienti vasi e alberelli, si improvvisa»

I commercianti: «Per rilanciare il centro della città servono strategie per il commercio»

Il primo restyling del centro storico di Latina, annunciato e in parte avviato dall’amministrazione comunale, non convince tutti. A sollevare dubbi e critiche è il commerciante Mario D’Ercole, voce storica del settore e portavoce di un gruppo di commercianti dell’isola pedonale, che in una nota prende le distanze dalle dichiarazioni di entusiasmo espresse da alcune associazioni di categoria. “Il restyling non è stato accolto favorevolmente da tutti i commercianti, come ha affermato la presidente provinciale di Confesercenti – afferma D’Ercole –. Lei parla a nome della sua associazione, ma la realtà oggi è ben diversa”. Un’analisi amara, la sua, supportata dai dati nazionali e locali. Secondo il commerciante, tra il 2012 e il 2024 in Italia sono spariti 118mila negozi e oltre 23mila attività di commercio ambulante.

E Latina non fa eccezione: “Nel nostro centro storico hanno chiuso 116 attività nello stesso arco temporale. Non è certo una fotografia incoraggiante della situazione del commercio latinense”. Uno dei nodi centrali del ragionamento di D’Ercole è proprio il declino del centro cittadino, un tempo cuore pulsante della vita economica e sociale, oggi svuotato di funzioni e attrattività. “L’ex Esattoria, il Catasto, la Banca d’Italia e molti altri uffici pubblici sono stati trasferiti fuori dal centro – spiega –. Così il centro ha perso il suo ruolo di polo attrattivo, e oggi non è più considerato un grande bacino d’utenza. Nemmeno le grandi catene riescono a reggere, figuriamoci i piccoli commercianti”. Il risultato, denuncia D’Ercole, è che anche gli operatori di spessore si spostano altrove, mentre il centro storico rischia di diventare sempre meno interessante dal punto di vista commerciale. Per invertire la tendenza, secondo il commerciante, non bastano interventi superficiali o “spot elettorali” come li definisce, “con quattro alberelli e due vasi”. “Per riportare le persone in centro – aggiunge – bisogna ricreare il valore della passeggiata e soprattutto migliorare la viabilità, sistemare le strade, garantire parcheggi sufficienti”.Una visione strutturata che parte dal concetto di accessibilità. “Servono collegamenti veloci e continui tra l’entroterra e il centro città. E bisogna spingere sul turismo, che però non può decollare se il nostro lungomare è abbandonato e in condizioni di degrado. Serviranno anni e tanto lavoro, ma i commercianti non sempre possono permettersi di aspettare”.

Infine, D’Ercole critica anche il perimetro ridotto dell’intervento, che si concentra solo su una parte del nucleo di fondazione: “Il centro storico non è solo Piazza del Popolo, ma anche via Duca del Mare, Corso Matteotti, via Don Morosini, Piazza della Libertà, via Emanuele Filiberto. Chiudere queste aree al traffico senza un vero piano per parcheggi e mobilità è un errore”. Per D’Ercole, le politiche delle ultime amministrazioni non hanno prodotto risultati concreti. “In dodici anni – conclude – nessuna strategia efficace è stata messa in campo per valorizzare davvero il centro. Prima di pensare a chiudere strade o fare restyling estetici, serve uno studio approfondito sul traffico, sul commercio, sulla demografia. O continueremo a perdere pezzi della nostra città”.
“Ci dissociamo da quanto sostenuto da Confesercenti - conclude D’Ercole - ma ringraziamo l’amministrazione attuale per quanto sta provando a fare, contrariamente a quella che l’ha preceduta. Ma ribadiamo che senza commercio non c’è comunità».

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