La regia politica
11.05.2025 - 10:30
Si sta rivelando una vicenda dai contorni alquanto opachi quella relativa all’approvazione della variante alle norme tecniche attuative del piano regolatore generale per l’introduzione del meccanismo della perequazione, vale a dire quel sistema non previsto dalle leggi italiane, ma introdotto a livello locale per consentire ai privati di ottenere volumetrie compensative come pagamento di espropri o cessioni volontarie di aree al Comune, che a sua volta può risparmiarsi l’esborso economico. L’amministrazione locale sta cercando di minimizzare sull’accaduto, ma la sonora bocciatura della Regione Lazio, che ha costretto l’ente municipale ad avviare l’annullamento in autotutela del documento adottato dal Consiglio comunale lo scorso luglio, innesca una serie di doverose interpretazioni.
Perché non solo la modifica delle norme tecniche attuative del piano regolatore è stata apportata in maniera errata dal punto di vista urbanistico, ma soprattutto il Comune non ha trasmesso entro i termini previsti la bozza della variante alla Regione Lazio, che a sua volta è venuta a conoscenza del testo e lo ha esaminato, riconoscendolo come illegittimo, solo in seguito ai ricorsi presentati da alcuni privati che hanno chiamato in causa la Pisana. Dietro quello che viene fatto passare come un errore, una diversità di vedute tra enti locali, sembra esserci una volontà politica che l’ufficio tecnico ha assecondato o meglio non ha corretto attraverso la semplice applicazione delle norme: se dietro alla variante bocciata c’era una strategia ben precisa, è giusto chiedersi con quali finalità sia stata adoperata, cioè se avrebbe potuto agevolare interessi privati o peggio speculazioni edilizie.
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