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Niente redistribuzione economica, lavoratori di Lidl in sciopero

I sit-in in via delle Province a Cisterna e anche nella sede di Fondi saranno organizzati dalla UILTuCS

Niente redistribuzione economica, lavoratori di Lidl in sciopero

Oggi i lavoratori e le lavoratrici dei punti vendita LIDL della provincia di Latina incrociano le braccia. È sciopero a livello nazionale, ma nella Piana pontina prende corpo in una protesta concreta, visibile, radicata nella quotidianità di chi in quei supermercati trascorre ogni giorno dietro una cassa, in un magazzino o tra gli scaffali. Dalle 10 alle 14, davanti al punto vendita di Cisterna in via delle Province, e in quello di Fondi, la UILTuCS Latina ha organizzato un sit-in per rivendicare un principio tanto semplice quanto, finora, disatteso: se i profitti crescono, devono crescere anche i salari.


Lo scontro si è acceso sulla trattativa per il Contratto Integrativo Aziendale, ormai saltata. Per la UILTuCS, che ha proclamato lo sciopero, la posizione dell’azienda è inaccettabile: LIDL continua a registrare numeri in ascesa, a consolidare la propria presenza sul mercato italiano, ma allo stesso tempo rifiuta qualsiasi proposta di redistribuzione economica verso chi quei risultati li rende possibili. Nessun premio di risultato, nessun aumento in busta paga. E così i dipendenti della catena tedesca dicono basta.
«La misura è colma», fanno sapere dal sindacato.

E oggi non si tratta solo di una giornata di astensione dal lavoro, ma di un atto di resistenza collettiva. Non solo stop agli straordinari e ai supplementari, ma anche una presenza fisica, compatta e determinata davanti a un simbolo del lavoro quotidiano e silenzioso: il supermercato di Cisterna. Per la UILTuCS Latina, lo sciopero rappresenta un momento di mobilitazione decisiva. La richiesta è netta: un contratto integrativo che riconosca il contributo fondamentale dei lavoratori, che traduca in termini concreti – e non in promesse – la crescita aziendale. LIDL, accusano, “dice no”, ma la protesta di oggi vuole ribaltare quel rifiuto con una voce unitaria e pubblica.

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