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Il fatto

Case "Arlecchino", un rione per piazza di spaccio

Cortili e portici della zona sono ormai un mercato della droga a cielo aperto. Un sodalizio di giovani emergenti gestisce i pusher e li rimpiazza dopo ogni arresto

Case "Arlecchino", un rione per piazza di spaccio

Tra le pieghe degli ultimi servizi antidroga delle forze di polizia emerge un fenomeno criminale nuovo, alimentato da un sodalizio emergente, che evidentemente è stato subito individuato dagli investigatori, ma non sembra ancora conoscere crisi. Con sei spacciatori arrestati nell’arco di poco più di tre mesi, la zona delle case popolari “Arlecchino” si candida a essere una vera e propria piazza di spaccio a cielo aperto, la più importante della città. Nel quadrilatero circoscritto da via Guido Rossa, viale Bachelet e via Galvaligi, opera una vera e propria organizzazione criminale capace di assicurare la presenza di pusher praticamente a ogni ora, sostenuti da vedette, referenti che organizzano il lavoro e trafficanti capaci di assicurare forniture senza soluzione di continuità. Un sodalizio capace di rimpiazzare rapidamente gli spacciatori, ogni qualvolta i blitz di Carabinieri e Polizia minacciano la tenuta del mercato degli stupefacenti.

Potendo contare su una serie di connivenze tra i residenti, non tutti comunque visto che c’è una buona componente di inquilini delle case popolari che non vede di buon occhio lo smercio degli stupefacenti, l’organizzazione di trafficanti utilizza le palazzine “Arlecchino” come base logistica per la vendita delle dosi, soprattutto di cocaina e crack e, in parte minore, anche cannabinoidi. In occasione di una delle prime operazioni, lo scorso inverno, erano emersi dettagli sull’organizzazione gestita da giovani italiani, due dei quali erano sfuggiti per un soffio alla cattura in occasione degli arresti dei primi due pusher residenti della zona. Da quel momento in poi hanno fatto la loro comparsa, nei porticati e nei giardini, anche personaggi minori e soprattutto stranieri. Come testimoniano gli arresti di alcuni nordafricani.

La base è composta da vera e propria manovalanza, persone incaricate di detenere le piccole scorte di dosi pronte per la vendita ai clienti e consegnarle. In una circostanza era stato scoperto che la cocaina veniva nascosta persino in un solaio attraverso un buco provocato dalla rottura dei mattoni. Non mancano le vedette, che le forze di polizia in questi mesi hanno aggirato con servizi di appostamento in borghese. A un livello superiore sono collocati alcuni giovani trafficanti di droga, personaggi emergenti che si spartiscono i ruoli organizzativi e le forniture delle partite di stupefacenti. Gente capace di imporsi anche con azioni di forza e pestaggi, molti dei quali finora sono stati sottaciuti. Un business illecito che sembrano pronti a difendere con ogni mezzo, anche modificando la logistica dello spaccio dopo ogni arresto.

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