Il caso
13.06.2025 - 10:30
Non solo la diffida a sgomberare i locali della ex Rossi Sud indirizzata al Comune di Latina. La Provincia chiede anche i danni, all’ente di piazza del Popolo e al Ministero dell’Interno. Tre anni dopo l’ordinanza che dispose l’occupazione “temporanea” dell’ex Rossi Sud a seguito del devastante incendio che nel luglio 2022 colpì l’insediamento rom di Al Karama a Borgo Bainsizza, la Provincia di Latina ha rotto gli indugi e ha inviato una formale diffida e messa in mora al Comune di Latina e al Ministero dell’Interno. Il motivo: la mancata restituzione dell’immobile e i gravi danni economici e strutturali subiti dal complesso fieristico, che da allora ospita – in condizioni precarie – numerose famiglie rom trasferite d’urgenza dal vecchio campo.
Il documento, firmato dall’avvocato Claudia Di Troia, dirigente dell’Avvocatura provinciale, ricostruisce l’intera vicenda a partire dalle sue origini, dall'insediamento Al Karama all'incendio di tre anni fa. Fu allora che il sindaco di Latina, con l’ordinanza n. 112 del 2 luglio 2022, dispose il trasferimento immediato delle famiglie presso il complesso di proprietà della Provincia, destinato a eventi fieristici e culturali, ma privo dei requisiti per un utilizzo abitativo.
L’occupazione, specifica la Provincia, doveva essere limitata nel tempo, ma ad oggi si protrae senza una prospettiva di conclusione, generando – si legge nella nota – “enormi difficoltà per le famiglie e per la stessa struttura ospitante”. I problemi sono di tipo igienico-sanitario, legati alla presenza di ratti e rifiuti, ma anche di sicurezza: assenza di guardiania, furti, vandalismi, mancanza di illuminazione e condizioni generali di degrado. A nulla sono servite le ripetute richieste della Provincia affinché il Comune provvedesse a una nuova sistemazione, in via ordinaria, per le famiglie.
L’ente proprietario ha dovuto sostenere spese consistenti per la manutenzione ordinaria e straordinaria, oltre che per utenze come acqua ed energia elettrica, i cui costi – pari a oltre 88mila euro – sono stati solo in minima parte rimborsati dal Comune. Nel documento la Provincia lamenta “l’inerzia dell’Amministrazione comunale” che, nonostante i solleciti, non ha fornito alcuna data certa per il rilascio dell’immobile né proposte alternative per la ricollocazione delle famiglie. Di qui l’atto formale di diffida e messa in mora: il Comune di Latina e il Ministero dell’Interno sono chiamati in solido a corrispondere alla Provincia di Latina oltre 308mila euro per canoni non versati, quasi 90mila euro per utenze e – soprattutto – un risarcimento danni pari a 1,5 milioni di euro. Importi che potrebbero aumentare fino alla restituzione effettiva della struttura.
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