Il fatto
23.06.2025 - 13:00
La tensione intorno al futuro dell’azienda speciale ABC di Latina continua a salire. Dopo le dichiarazioni della sindaca Matilde Celentano sulla necessità di “un’operazione verità” e i rilievi emersi dalla due diligence, arrivano ora le prese di posizione ufficiali dei sindacati FP CGIL, FIT CISL e FIADEL, che chiedono «un confronto vero, trasparente e urgente» con l’amministrazione comunale. Oggi intanto scendono in piazza nuovamente i dipendenti di Abc legati al sindaco Psa Ugl. Il sindaco Celentano dovrebbe incontrare il 27 giugno tutti i sindacati.
Le sigle sindacali Cgil, Cisle e Fiadel spiegano che ad oggi si è tenuto solo un incontro con l’amministrazione, giudicato insufficiente rispetto alla complessità del momento che l’azienda dei rifiuti sta attraversando. «La situazione è grave – scrivono – e l’incertezza pesa ogni giorno sulle lavoratrici e sui lavoratori, che operano in un clima carico di tensioni e senza alcuna prospettiva condivisa». Al centro delle critiche anche il dibattito pubblico esploso in questi giorni: «Non si può ridurre tutto a uno scontro mediatico – osservano CGIL, CISL e FIADEL – servono invece scelte strategiche e responsabilità istituzionali».
In particolare, i sindacati difendono le progressioni verticali del 2021, finite sotto accusa per l’impatto sui costi del personale. «Non erano favori – precisano – ma diritti contrattuali legittimi. Diverso è il tema della sostenibilità economica e della trasparenza gestionale, su cui siamo pronti a confrontarci». La richiesta è chiara: aprire subito un tavolo permanente con la partecipazione del sindaco, degli assessori competenti, della dirigenza ABC e delle rappresentanze sindacali. Sul tavolo, secondo le sigle, vanno messe tutte le questioni: il bilancio, la situazione organizzativa, le prospettive industriali e la salvaguardia dei posti di lavoro. Questa in effetti è una delle direttrici che l’amministrazione ha sul tavolo per affrontare il nodo del futuro dell’azienda speciale. Costruire un confronto che permetta se non di tornare indietro sulle contestate progressioni verticali (che sono un diritto acquisito e che dal punto di vista giuslavoristico sono inattaccabili) almeno di ragionare su una riorganizzazione del servizio. Come? Difficile dirlo, appunto. Ma se il Comune, come ripetono un po’ tutti i protagonisti di questa storia, vuole evitare la liquidazione dell’azienda, non ha altre alternative che ridimensionare i costi del servizio per rendere così votabile il bilancio di previsone.
I sindacati, concluno che «l’eventuale chiusura al dialogo da parte del Comune» rischia di innescare uno scontro pericoloso. «Non accetteremo che le lavoratrici e i lavoratori diventino ostaggio del silenzio istituzionale. Senza risposte immediate – annunciano – proclameremo lo stato di agitazione e ci rivolgeremo al Prefetto per attivare un confronto formale». Il monito finale è diretto: «La città merita trasparenza, non scaricabarile. ABC non va smantellata, ma rilanciata. Serve una visione strategica che metta al centro il servizio pubblico, i diritti dei lavoratori e l’interesse collettivo».
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