Il caso
25.06.2025 - 17:30
Erba altissima e degrado, il comitato di quartiere Aprilia Centro lancia l’allarme sulle condizioni della “buca” dell’ex Cral, il terreno di proprietà del Comune che si trova tra via delle Margherite e via dei Mille. Nell’area da tempo non viene eseguito un intervento di pulizia e di manutenzione del verde e per questo le condizioni sono ormai fatiscenti. Il sito (che in passato è stato al centro di diversi progetti di riqualificazione mai realizzati) è diventato un terreno incolto con erba altissima, rifiuti ed enormi mucchi di terra, quest’ultimi frutto degli scavi eseguiti nel recente passato in via dei Mille. Un’immagine triste a pochi metri dal centro storico che non è sfuggita al comitato di quartiere Aprilia Centro, che sottolinea l’abbandono nel quale si trova questo spazio di proprietà pubblica che invece se ripulito e rigenerato potrebbe diventare una risorsa per la città. Basti pensare ai tanti progetti pensati negli anni passati per riqualificare l’area: dai campi sportivi, al parcheggio fino alla costruzione di un nuovo mercato. «Quella che 30 anni fa era un’area sportiva ora è diventato un penoso spettacolo a cielo aperto di erbacce e mucchi di terra. Terra proveniente dal cantiere che c’era in via dei Mille - spiega il comitato di quartiere Aprilia Centro - che non è stata ancora rimossa, creando un incredibile disagio ai tanti residenti che vivono attorno a quel terreno».
Perciò il comitato di quartiere presieduto da Marco Finotti si appella alla Commissione straordinaria (Vincenza Filippi, Enza Caporale e Rita Guida) affinché venga predisposta al più presto una pulizia. «Rivolgiamo un accorato appello alla Commissione straordinaria che sta guidando la città affinché venga avviato il taglio dell’erba per un primo recupero di dignità dell’area. Infine, sarebbe meraviglioso - continua - spianare quegli orribili mucchi di terra per consentire a centinaia di residenti di recuperare il gusto di guardare verso un terreno e non di vergognarsi dello spettacolo a cui devono assistere».
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