Piano urbanistico di Satricum incompiuto, l'area archeologica è ancora dei privati
Prima la variante nel ‘97 poi il Ppe adottato nel 2007, approvato nel 2010 e modificato nel 2020. Ma non è mai stata trasmessa la bozza finale di convenzione alla proprietà
L’amministrazione comunale continua con dedizione l’opera di recupero delle procedure rimaste incompiute per anni, specie in fatto di pianificazione del territorio. Ma anche l’ultima occasione, a metà strada tra urbanistica e cultura, presenta una serie di ostacoli accentuati dai lunghi periodi di scarsa operatività che hanno caratterizzato alcuni settori dell’ente negli anni passati, suggellati dall’ennesima recente svista degli uffici tecnici: ieri la commissione congiunta dei due settori ha approvato la bozza del regolamento del parco archeologico che, tra i vari punti, considera l’ente municipale proprietario del parco e si prefigge l’obiettivo di “redigere il piano a valenza paesaggistica da approvare con separato provvedimento di competenza del servizio urbanistica”. Peccato che il piano attuativo del comprensorio, già inserito nel Ptpr, sia stato adottato nel dicembre 2007 e approvato nel luglio del 2010, quindi modificato nel novembre del 2020, dopo un lungo e laborioso iter iniziato nel 1997, ma dopo l’ultimo passaggio della precedente amministrazione non è mai stato trasmesso lo schema di convenzione alla proprietà dell’intera area, quasi sessanta ettari, in buona parte vigneti, che appartengono ancora alla famiglia Lulli.
Questi ultimi a febbraio e poi di nuovo due settimane fa hanno scritto al Comune per sollecitare la conclusione della procedura che prevede il passaggio all’ente dell’intera area destinata al parco archeologico, in tutto 59,14 ettari, in cambio di volumetria da piazzare all’esterno del sito di valenza storica.
Di certo non si tratta di un primo atto verso l’istituzionalizzazione del Parco archeologico Satricum come sbandierato ieri dal Consigliere comunale Roberto Belvisi, presidente della commissione urbanistica. Infatti se gli scavi da parte dell’istituto olandese sono iniziati nel 1977, il Consiglio comunale approvò la localizzazione del parco archeologico già nel 1984. Fu quindi annullato il Piano particolareggiato esecutivo di Le Ferriere, che non prevedeva aree da tutelare, ma lo sviluppo edilizio del borgo. Su proposta dei proprietari del futuro parco, fu adottata una variante al piano regolatore generale nel 1997, con parere favorevole del ministero dei Beni Culturali, vincolata poi all’esigenza di redigere, su indicazione del Comitato tecnico consultivo regionale, un vero e proprio piano attuativo per la cessione delle aree dal privato al Comune, lo studio di viabilità e servizi, la collocazione delle zone con diverse destinazioni d’uso e la collocazione della volumetria compensativa per la proprietà in un punto escluso dai terreni di interesse archeologico. Intanto la famiglia Lulli metteva a disposizione una struttura per la realizzazione di spazi a servizio delle attività di ricerca, allestita all’epoca dal Comune con una spesa di qualche miliardo di lire, ma rimasta inutilizzata fino a oggi.
Dopo la stipula di tre diverse convenzioni, nel 2005 i proprietari trasmettono il Piano particolareggiato attuativo che ottiene il parere favorevole della Soprintendenza e viene adottato dal Consiglio comunale il 20 dicembre 2007, approvato infine il 26 luglio 2010 dal commissario straordinario con i poteri del Consiglio. Quindi cinque anni fa era emersa la necessità di compiere delle modifiche, conformi alla variante, approvate dalla giunta Coletta con tanto di schema di convenzione che non fu mai trasmesso alla proprietà per la stipula tra le parti, di fatto interrompendo il completamento della procedura. Insomma, l’intera area di poco meno sessanta ettari, compresa la collinetta sulla quale si trovano i resti del tempio preromano dedicato alla Mater Matuta, sono ancora intestati ai vecchi proprietari. Ben venga quindi l’impegno di varare il regolamento del parco archeologico, ma l’opera di istituzione della zona di interesse per Satricum avviata nel 1997 è di fatto ancora incompiuta.