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La novità

In classe senza telefoni, ma la sfida è educativa

Tecnologia sì, ma con criterio: i dirigenti scolastici di Latina sulla nuova circolare del ministro

In classe senza telefoni, ma la sfida è educativa dei dirigenti scolastici

Con l’avvio del nuovo anno scolastico 2025/2026, il ritorno in classe per milioni di studenti e insegnanti sarà segnato da una novità significativa: l'entrata in vigore del divieto di utilizzare gli smartphone durante l’orario scolastico anche per le scuole superiori e un uso consentito «solo con il consenso del docente, per finalità inclusive, didattiche e formative».

Questa direttiva del Ministero dell'Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara emanata con una circolare  il 16 giugno 2025 che vieta l’uso degli smartphone anche nelle scuole secondarie di secondo grado estende le restrizioni già applicate al primo ciclo prevedendo alcune eccezioni, ad esempio per motivi didattici specifici o per necessità di studenti con disabilità, ed è ammesso in indirizzi di studio specifici, come quelli informatici e di telecomunicazioni. Nulla di nuovo perché i cellulari siano vietati in classe ormai da 15 anni, dai tempi della circolare Fioroni, e la maggior parte dei regolamenti di istituto prevedano espressamente l’obbligo di tenere lo smartphone in cartella durante le lezioni - quando non richiedono di consegnarlo all’ingresso- ma la nuova direttiva suona come un richiamo all’importanza di regole costantemente disattese.

Le scuole di Latina si preparano ad applicare le nuove regole, ma con un approccio costruttivo: avviare un percorso di educazione all’uso consapevole delle tecnologie, senza demonizzare gli strumenti digitali, un’opportunità - in poche parole - per ripensare il ruolo della tecnologia in aula, rafforzare l’alleanza scuola-famiglia e formare cittadini digitali più consapevoli.
A spiegarlo bene è la dirigente dell’istituto superiore Marconi Ester Scarabello: «Ritengo sia importante lavorare nella Scuola per educare ad un uso equilibrato e consapevole delle nuove tecnologie. In questa direzione già qualche anno fa abbiamo acquistato i porta cellulari disponibili in ogni ambiente della scuola, aule e laboratori, con l'idea di pensare alle nuove tecnologie come strumenti da usare con responsabilità e intelligenza. Ora affineremo il nostro regolamento di disciplina che già contiene delle norme che limitano l'uso degli smartphone e ribadiremo nel patto di corresponsabilità la condivisione degli interventi che scuola e famiglia dovranno mettere in campo per accompagnare gli studenti ad un uso consapevole nell’ottica di favorire la cittadinanza digitale. Dobbiamo educare i nostri studenti a distinguere i diversi momenti in cui poter usare i device in modo da favorire una maggiore concentrazione e motivazione verso lo studio».

«Abbiamo già una regolamentazione sull’uso improprio del cellulare - spiega invece il dirigente dell’istituto San Benedetto-Einaudi-Mattei Ugo Vitti - oggi il dispositivo viene sequestrato e riconsegnato solo ai genitori il giorno dopo. In questo modo li coinvolgiamo direttamente e il giorno dopo lo studente torna più consapevole, una misura integrata nel patto di corresponsabilità. Applicheremo la nuova disposizione con una settimana di ritardo rispetto all’inizio della scuola perché dedicheremo la settimana dal 15 al 22 ad un’azione educativa: tutti i docenti spiegheranno agli studenti il senso della novità, promuovendo una riflessione collettiva. Il nostro istituto dispone di oltre 300 tablet distribuiti tra le tre sedi, ma la sfida vera sarà recuperare la dimensione relazionale e umana della scuola».

Spiega la dirigente del liceo artistico Michelangelo Buonarroti Annarita Leone: «La circolare introduce una stretta sull’uso didattico dei cellulari, tranne che per studenti con bisogni educativi speciali. Nel nostro liceo, però, il problema è più complesso: in molti indirizzi come audiovisivo e grafico-pittorico, l’uso dello smartphone è spesso necessario per attività pratiche. Non abbiamo tablet per tutti, e trovare una soluzione sostitutiva è complicato. Applicheremo la norma, ma ci confronteremo anche con la rete nazionale dei licei artistici per individuare strategie comuni. Il nostro obiettivo è coniugare rispetto delle regole, tutela della formazione e valorizzazione della specificità dei nostri percorsi. Coinvolgeremo anche famiglie e studenti nelle decisioni e ho previsto una assemblea su questo argomento».

Infine Vincenzo Lifranchi, dirigente del liceo scientifico “G.B. Grassi”, spiega: «Nella nostra scuola non abbiamo mai avuto casi di contravvenzioni per uso del telefono cellulare se non nella misura in cui i docenti lamentano distrazioni, ma è giusto fare chiarezza. La circolare non introduce nulla di realmente nuovo, ma trovo singolare che il piano scuola nazionale digitale, preveda un modello didattico che permette agli studenti di utilizzare i propri dispositivi elettronici personali per svolgere attività di apprendimento dotando le scuole di tablet e connessioni durante il Covid, e poi cambi direzione così bruscamente. Noi non scavalcheremo la norma, ma continueremo a garantire l’uso consapevole degli strumenti digitali in ambito didattico, lasciando libertà ai docenti di far usare i dispositivi, se necessario, in modo guidato. Il nostro regolamento già prevede sanzioni per l’uso scorretto, come la diffusione di immagini senza consenso. Piuttosto che sanzionare dobbiamo puntare a educare, coinvolgendo le famiglie in un’alleanza educativa vera e duratura».

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