Il fatto
08.09.2025 - 10:30
Le perquisizioni scattate nel condominio di via Guido Rossa ieri mattina, dopo l’esplosione di un potente ordigno artigianale, hanno confermato una volta per tutte la portata degli affari illeciti che ruotano attorno alla piazza di spaccio delle case “Arlecchino”, rivelando indirettamente l’organizzazione del sodalizio emergente che ha pensato di strutturare il quartiere come una roccaforte attraverso una rete di fedeli collaboratori, assoldati assegnando loro ruoli e gerarchie. Parliamo di un gruppo criminale che ha saputo fronteggiare anche i numerosi arresti dei primi mesi dell’anno, rinnovando di volta in volta gli schieramenti di vedette e addetti alle consegne delle dosi di stupefacenti.
Tra le pieghe delle operazioni antidroga è emerso che a gestire lo spaccio delle case “Arlecchino” è un gruppo di giovani capeggiato da due fratelli appena ventenni. A quanto pare sono riusciti a strutturare un sodalizio ben organizzato, ritagliandosi uno spazio e un ruolo nel mercato latinense degli stupefacenti, che finora non aveva attirato l’ostilità di pusher concorrenti, anzi sembrava soddisfare gli interessi dei trafficanti. Ma qualcosa nell’ultimo anno sembra essere cambiato, perché l’intimidazione di ieri non è proprio un caso isolato. E nel frattempo dev’essere mutato anche l’approccio del sodalizio emergente delle case “Arlecchino” rispetto alla mala latinense.
Sicuramente i giovani registi della piazza di spaccio di via Guido Rossa hanno alimentato gli affari dando sfogo alla loro ambizione criminale. E quanto è stato trovato in un locale condominiale del civico 10 ieri mattina non fa altro che comprovare la loro rapida ascesa. La presenza di tre pistole di provenienza illecita e le relative munizione, dimostra la portata di un fenomeno che le forze di polizia monitorano da tempo con attenzione, ma anche alcuni dati incontrovertibili. Prima di tutto il sodalizio emergente era capace di controllare alcune palazzine del quartiere fino al punto di potersi permettere di lasciare un arsenale in un luogo accessibile quasi a tutti, senza alcuna cautela. Ma soprattutto i giovani e ambiziosi narco delle case “Arlecchino” erano arrivati al punto di armarsi. Erano pronti a impugnare le pistole per difendere i loro affari illeciti.
Un’evoluzione criminale vorticosa, questa, che qualcuno non deve avere gradito, almeno nei termini in cui il gruppo emergente deve essersi posto negli ultimi tempi. Chi ha piazzato o ha fatto piazzare la bomba ieri mattina in via Guido Rossa intendeva di certo dare un avvertimento, ma anche ostacolare gli affari di quei giovani, catalizzando ancora di più, su di loro, le attenzioni degli inquirenti. Una lucida strategia che sembra rappresentare un collegamento con i precedenti attentati pianificati utilizzando ordigni. Una lucida strategia che, questa volta, ha permesso agli investigatori di scovare un arsenale.
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