Il fatto
19.09.2025 - 19:02
"Prendevo 4 euro all'ora, raccoglievo le carote, per ogni mille mazzetti di carote mi davano 40 euro, se raccoglievo i ravanelli erano invece 20 euro ogni mille ravanelli. Facevamo la pausa pranzo e mangiavamo per terra". È questo un estratto della testimonianza di un bracciante agricolo del Bangladesh impegnato nelle campagne dell'Agro Pontino che ha deposto nel processo per caporalato che si sta svolgendo in Tribunale a Latina davanti al Collegio penale presieduto dal giudice Mario La Rosa e che vede 18 imputati, tra cui i titolari di alcune aziende della provincia di Latina.. "Avevo il contratto e ricevevo la busta paga - ha detto il testimone con l' ausilio di un interprete - ma non ero in grado di leggerla in italiano. Quando eravamo sul bus per andare a lavorare non c'era posto per sedersi, eravamo uno sopra l'altro,", ha aggiunto. In base a quanto ipotizzato alcuni imprenditori agricoli e i caporali avrebbero sfruttato i lavoratori approfittando dello stato di bisogno dei lavoratori stranieri, alcuni anche richiedenti asilo politico. "i soldi che guadagnavo li spedivo in Bangladesh ai miei familari", ha ricordato il testimone, risoondendo alle domande del pm Marco Giancristofaro. Il processo è stato rinviato al 13 febbraio quando saranno ascoltati altri braccianti agricoli.
Edizione digitale
I più recenti
Ultime dalla sezione