Il fatto
23.09.2025 - 07:30
Resta in carcere Sabrina Dal Col, la donna di 52 anni sottoposta a fermo sabato mattina dagli investigatori della Squadra Mobile perché indiziata dell’omicidio di Antonietta Rocco, 63 anni, trovata senza vita venerdì mattina con un profondo taglio alla gola.
Ha scelto di restare in silenzio durante l’interrogatorio di convalida del provvedimento adottato dal pubblico ministero Martina Taglione, ma le sue parole difficilmente avrebbero potuto ribaltare la situazione perché il giudice per le indagini preliminari Giuseppe Cario non solo ha convalidato il fermo, ma ha pure emesso l’ordinanza di custodia cautelare in carcere, ritenendo sufficiente la gravità indiziaria prospettata dalle indagini della Polizia, ravvisando altresì il pericolo di fuga, perché la donna era stata presa nei pressi della stazione degli autobus, non lontano dal quartiere Campo Boario dove abita.
La gravità del fatto ha sicuramente influito sulla decisione del giudice, ma l’incessante lavoro svolto dai poliziotti della Squadra Mobile a partire dal momento della scoperta del cadavere in una pozza di sangue nella camera da letto della casa di via Muzio Scevola, è stato determinante per ricostruire un quadro indiziario solido attorno all’accusa di omicidio per l’ex badante della vittima, aggravato dalla minorata difesa perché Antonietta Rocco era invalida, quasi completamente cieca e non autosufficiente.
Tra gli elementi raccolti dagli investigatori del vice questore Giuseppe Lodeserto, che ha seguito in prima persona l’indagine insieme al sostituto procuratore Martina Taglione titolare dell’inchiesta, alcuni costituiscono circostanze incontrovertibili del coinvolgimento di Sabrina Dal Col.
Prima di tutto il fatto che all’interno della sua abitazione sono stati trovati monili d’oro sottratti dalla casa della vittima, ma anche il particolare che la mattina della scoperta del cadavere il suo compagno si era presentato sul luogo del delitto simulando stupore, per chiedere dettagli ai poliziotti. Un comportamento che aveva generato sospetto, perché l’uomo aveva parlato di omicidio prima ancora che fosse chiara la natura della morte di Antonietta Rocco e circolavano solo informazioni frammentarie nel quartiere: così facendo ha finito per indirizzare le indagini subito verso Sabrina Dal Col, che aveva lavorato per la famiglia della vittima fino a fine agosto ed era stata impiegata per sostituire la badante della 63enne per il periodo delle ferie. La stessa badante che, quella mattina, aveva fatto la scoperta del cadavere e aveva lanciato l’allarme.
A corollario di quanto raccolto nelle prime ore di accertamenti scrupolosi, i poliziotti della Squadra Mobile hanno trovato un’ulteriore conferma attraverso alcune intercettazioni ambientali delle conversazioni tra la donna indiziata e i suoi congiunti, nelle quali si lascia andare a commenti inequivocabili sull’accaduto, riferibili al suo coinvolgimento nell’omicidio. Inoltre una ferita alla man, compatibile con un’arma da taglio, o può incastrarla ulteriormente.
Intanto l’autopsia svolta nella giornata di sabato dal medico legale non ha fatto altro che confermare la ferocia con la quale Antonietta Rocco è stata uccisa, elemento emerso dalla forza con la quale sono stati impressi i tagli al collo della poveretta. Gli accertamenti autoptici però dovranno anche chiarire altri aspetti, come la collocazione del fatto nel tempo, rispetto al ritrovamento del cadavere. In via ipotetica gli inquirenti hanno azzardato che il delitto si sarebbe consumato la sera prima della scoperta del corpo senza vita.
In ogni caso gli investigatori intendono blindare l’accusa che ha portato al fermo di Sabrina Dal Col. Nelle ore successive al suo trasferimento in carcere, infatti, gli specialisti della polizia scientifica hanno compiuto un accurato sopralluogo nella sua abitazione di via dei Gracchi, a poca distanza dal luogo del delitto, oltretutto accanto alla casa della sorella della vittima, in cerca di tracce dell’omicidio. Per questo è stata sequestrata la lavatrice dell’ex badante, con lo scopo di verificare l’ipotesi che abbia lavato gli indumenti sporchi del sangue di Antonietta Rocco.
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