Il fatto
03.10.2025 - 09:04
Continua ad assicurare risultati importanti il costante e attento lavoro di controllo del territorio potenziato dalle forze di polizia nelle zone calde degli scontri tra fazioni criminali contrapposte che hanno fatto emergere le tensioni in atto la scorsa estate. Proprio nel corso di un servizio di pattugliamento nel complesso delle case popolari dei cosiddetti palazzi “Arlecchino” i poliziotti della Squadra Volante hanno arrestato un giovane gregario del sodalizio che ha allestito, all’interno del rione, una piazza di spaccio gestita in maniera organizzata. Si tratta di Nico Mauriello, latinense di 25 anni soprannominato Spadino, ritenuto uno dei gregari più fidati dei fratelli ventenni sospettati di essere i capi del gruppo di pusher e vedette.
Quello di Nico Spadino è già il secondo arresto quest’anno, perché era già finito in manette a maggio, vale a dire uno dei sei arresti operati da polizia e carabinieri nel giro di tre mesi prima dell’estate nella zona delle case “Arlecchino”. In quel caso aveva cercato di nascondersi alla vista dei poliziotti che effettuavano un controllo appiedato nella piazza di spaccio. E le cose sono andate più o meno alla stessa maniera anche l’altro giorno, nel pomeriggio di martedì.
Pure questa volta i poliziotti erano entrati nel complesso delle case popolari da via Guido Rossa, per un’ispezione tra i porticati e i cortili che gli spacciatori al servizio del sodalizio gestito dai fratelli ventenni, con l’aiuto di una serie di vedette, utilizzano per le consegne agli assuntori di sostanze stupefacenti.
Fatto sta che martedì pomeriggio, alla vista degli uomini in divisa, Nico Mauriello si è messo a correre prima ancora che potessero fargli cenno di avvicinarsi per un controllo. Un comportamento che ha destato l’attenzione dei poliziotti, che si sono lanciati al suo inseguimento e sono riusciti a bloccarlo: in tasca nascondeva più di 40 grammi di crack suddivisi in dosi, la cocaina “cotta” sempre più diffusa tra i consumatori di stupefacenti, solitamente inalata o meglio fumata con la tecnica della bottiglia, con stagnola e cannuccia.
Il quadro indiziario prospettato al pubblico ministero di turno è bastato per l’adozione della misura cautelare della custodia in carcere, anche alla luce della condanna per il precedente arresto. In quel caso, assistito dall’avvocato Riccardo De Mauri, il giovane pusher era stato condannato con rito abbreviato alla pena di un anno e quattro mesi di reclusione.
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